Biennale Teatro, gli spettacoli di venerdì 18 settembre
Tre spettacoli di segno completamente diverso ma ugualmente stimolati da temi cruciali dei nostri giorni – dalla post verità alla violenza comunicativa del populismo fino ai segreti innominabili di una storia tutta privata - scandiscono la giornata di venerdì 18 settembre.
E’ come un’installazione live Eve #2 che propone la figura originale del performer-ricercatore Filippo Ceredi alle Sale d’Armi (ore 16.00 e in replica alle 21); si avvale della drammaturgia originale di Stefano Fortin George II, che nel titolo cita l’ex Presidente americano George W. Bush, per la regia di Alessandro Businaro; è infine teatro di narrazione e d’indagine dal segno incisivo quello di Giuliana Musso, autrice e regista di Dentro (Una storia vera, se volete) al Teatro Goldoni (ore 21.30).
La mattina di venerdì 18 settembre vede ancora in replica la performance per spettatore solo The Right Way di Daniele Bartolini, allestita nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian (dalle 10 alle 20 ogni mezz’ora).
Artista visivo, filmaker, performer dal percorso singolare – è laureato in filosofia ma con una tesi sul teatro greco, poi assistente alla regia di Marco Bechis, mentre il suo debutto teatrale avviene quattro anni fa con l’autobiografico Between Me and P - Filippo Ceredi cerca di mettere in relazione frammenti della contemporaneità con la dimensione personale del pubblico mettendo in moto un processo vitale di memoria collettiva.
Se il suo interesse va ai discorsi dei politici che hanno cercato di forzare le regole delle società democratiche, Eve #2 intende essere una risposta artistica a questa violenza comunicativa. «Attraverso una progressiva rimozione del pudore, la soglia di tolleranza dei discorsi contro le categorie più esposte è molto aumentata, fino a legittimare nuove forme di discriminazione e razzismo. E il dilagare dei discorsi d’odio attraverso i media ha prodotto un oscuramento della libertà d’espressione. Davanti a questo ho trovato necessario ingaggiare un lavoro di studio che mi permettesse di elaborare la rabbia e di dare una risposta artistica a qualcosa che non è accettabile per la convivenza umana. E’ stato necessario guardare le parole e i gesti che sono stati messi in circolazione, osservare i momenti in cui il linguaggio è stato manipolato per annientare il rispetto dei diritti civili. La scena, il suono e il corpo sono l’occasione per elaborare il dolore di questa ferita sociale e per trovare nuova energia, senza cedere alla tentazione di censurare il censore».
Finalista al concorso Hystrio e al Riccione Teatro-Pier Vittorio Tondelli, George II - scritto da Stefano Fortin e diretto da Alessandro Businaro - non è il racconto epico di alcuni eventi della parabola pubblica di George W. Bush, ma «la storia e il mondo di un uomo che, come un principe shakespeariano, si trova a ereditare dal padre lo scettro del più importante Paese dell’Occidente e a diventarne il condottiero in uno dei momenti più bui della storia. L’11 settembre. La verità (le tante verità). La censura. Una censura il cui operato non va più immaginato tenendo conto solo di efferatezze distopiche orwelliane. Al giorno d’oggi la censura opera nella fabbricazione di verità o contro-verità prive di ombre. La post-verità è la nuova frontiera della censura, la sua implacabile e sfuggente tecnica di controllo. La storia di G. W. Bush è, in questo senso, un continuo meccanismo di censura: quella messa in atto dalla stessa amministrazione Bush, quella dei giornali, quella degli avversari, quella della famiglia, quella degli americani, quella degli spettatori, quella degli attori. Tanti racconti uniti in un’unica storia che nasconde, crediamo, qualcosa».
Dalla violenza pubblica alla violenza segreta e indicibile con Dentro (Una storia vera, se volete) di Giuliana Musso, artista che sente l’urgenza di dare voce a chi non ce l’ha. Così lo spettacolo nasce dalle testimonianze raccolte, dall’incontro con una donna e la sua storia segreta.
«La storia di una verità chiusa dentro ai corpi e che lotta per uscire allo scoperto. Una madre che scopre la peggiore delle verità. Una figlia che odia la madre. Un padre innocente fino a prova contraria. E una platea di terapeuti, consulenti, educatori, medici, assistenti sociali, avvocati che non vogliono sapere la verità. … Storia antica quanto il patriarcato: narrazioni che sono strategie di rimozione e occultamento, prime tra tutte la normalizzazione stessa dell’abuso e la colpevolizzazione della vittima. Persino le storie fondanti della civiltà occidentale sono tutte storie di traumi, eppure, mentre conosciamo tutto di Edipo, di Laio, il padre assassino, sappiamo ben poco. Da sempre, pur di salvare l’ordine dei padri, costruiamo impalcature concettuali che fanno perdere consistenza alla realtà dei traumi e alla voce dell’esperienza. E se la nostra esperienza di violenza non può essere riconosciuta allora viene minata alla radice la nostra dimensione ontologica, noi stessi forse smettiamo di esistere».
Il programma
ore 10.00 > 20.00 (ogni mezz’ora) Sala delle Colonne (Ca’ Giustinian), The right way (2020, ca 20’) di Daniele Bartolini
ore 16.00 Sale d’Armi (Arsenale), EVE #2 (2020, ca 60’) di Filippo Michelangelo Ceredi
ore 18.00 Teatro alle Tese (Arsenale), George II (2020, max 90’) di Stefano Fortin, regia Alessandro Businaro
ore 21.00 Sale d’Armi (Arsenale), EVE #2 (2020, ca 60’) di Filippo Michelangelo Ceredi
ore 21.30 Teatro Goldoni, DENTRO (Una storia vera, se volete) (2020, 120’) di Giuliana Musso