Eccentrici Dadarò in scena a Mira con un omaggio a Enzo Jannacci sabato 13 dicembre alle 21
Teatro Villa dei Leoni (Mira)
Prima regionale
SUSANNA PARIGI ANDREA PEDRINELLI
IL SALTIMBANCO E LA LUNA
Le canzoni, il giornalismo, Enzo Jannacci
CONCERTO TEATRALE
Una produzione ECCENTRICI DADARO'
Da un'idea di ANDREA PEDRINELLI
Canzoni tratte dai repertori di ENZO JANNACCI e SUSANNA PARIGI,
arrangiate ed eseguite dal vivo da SUSANNA PARIGI
Testi ANDREA PEDRINELLI - Consulenza artistica DARIO ZIGIOTTO
Regia ROSSELLA RAPISARDA
Premio Tenco 2013 - XXXVII Rassegna della Canzone - Sanremo (IM)
Festival Asti Teatro 2013 - XXXV Edizione- Teatro Alfieri - Asti
Il progetto "Il Saltimbanco e la Luna" è nato nel 2011 dalla voglia di Andrea Pedrinelli di
approfondire l'arte di Enzo Jannacci. Si è sviluppato adagio adagio, dopo aver informato l'artista
ed avendone ricevuto un cenno di gratificazione, proprio per rispetto. E per calibrare bene come
proporre in scena sia l'arte di Jannacci, usando prospettive non scontate né commerciali, che le
sue parole, riferimenti morali capaci di riportare protagonisti e pubblico in un alveo di valori
sempre più, oggi, sviliti. E però necessari, nella vita dell'uomo, come lo sono stati nella vita del
Saltimbanco (definizione che Jannacci diede di sé già negli anni Settanta). E come hanno
dimostrato le varie prove aperte tenutesi in più città dal 2012, l'arte di Jannacci è tuttora
coinvolgente e profonda, e risulta efficace quanto decisivo provare tramite essa a riflettere su noi,
uomini e donne di oggi. Dal 29 marzo 2013 "Il Saltimbanco e la Luna" è diventato,
doverosamente, anche un omaggio a Jannacci: ma non ha cambiato né contenuti, né linguaggio
(molto divertente) né spirito. In fondo abbiamo scelto di parlare dell'uomo del Duemila usando
l'arte di Jannacci proprio perché la consideriamo classica, universale. E i classici, si sa, aiutano
sempre; ma, soprattutto, non muoiono mai: semmai sta a noi tenerli vivi. Anche da un
palcoscenico, con pudore.
In scaletta monologhi originali di Andrea Pedrinelli sul giornalismo e il mondo dello
spettacolo, innervati da parole raccolte dal giornalista nei suoi incontri con Enzo Jannacci;
Susanna Parigi esegue dal vivo brani propri e le canzoni che rappresentano il centro poetico del
repertorio jannacciano (fra esse "Come gli aeroplani", "Vincenzina e la fabbrica", "El portava i
scarp del tennis", "Io e te", "La fotografia").
(Dal libretto dell'opera - Note sul testo)
Primo protagonista: un Saltimbanco. Che, a dispetto di come viene considerato dalle antologie, ha saputo
raccontare la vita, davvero e tutta: il comico e il tragico, le realtà più dure e le vicende più surreali. E che,
già che c'era, quello che ha raccontato lo ha vissuto: non dentro una casa di vetro, ma sulla strada. Da
medico: da Dottore. Secondo (co)protagonista: un giornalista musicale che cerca di capire se oggi abbia
ancora senso la sua voglia di raccontare storie che pochi conoscono, e guardando le distorsioni del proprio
mestiere dietro (e davanti) le quinte arriva a domandarsi se abbiano ancora senso - in fondo - le canzoni
stesse, di cui scrive e parla da vent'anni. Terza (co)protagonista, un'artista. Che percorrendo inconsuete
strade musicali e di scrittura inevitabilmente si è scontrata coi meccanismi della musica del Duemila. Sino
a chiedersi, anche lei, in che modo far canzoni possa ancora aver a che fare con l'essere e non con
l'apparire, col donarsi e non col cercare applausi. "Il Saltimbanco e la Luna" è l'incontro, al crocevia delle
emozioni, sotto la Luna della vita, fra il Saltimbanco-Dottore, il giornalista e l'artista. Il Saltimbanco e
quello che ha cantato, ma anche il Dottore e quello che ha detto. Il giornalista e le sue domande, che fra le
canzoni e gli appunti dei suoi incontri col Dottore trovano risposte. E l'artista che, osando mescolare il
proprio essere autrice con un nuovo, coraggioso essere interprete (del Saltimbanco), ridà voce a emozioni
da tenere strette e grazie al cielo conferma che sì, basare le canzoni sulle parole della vita è ancora tanta
roba. Il viaggio di questo "concerto teatrale" è questo. Fuori dagli schemi, dirà qualcuno. Con riflessioni
che di solito non si dicono, troveranno altri. E del resto il Saltimbanco-Dottore, si sa, è sempre stato
definito un po' matto: ma anche il giornalista e l'artista non scherzano mica, statene certi. Perché di questi
tempi, che sviliscono tutto, forse essere un po' matti e mettersi in gioco è l'unica via per ridare senso a
quanto facciamo. Tanto, nel viaggio, giornalista e artista sono confortati e non sono senza bussola: il
Saltimbanco è conforto e bussola insieme. Quindi, se avete voglia di partire con loro, crediamo proprio che
non ve ne pentirete.
Andrea Pedrinelli