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Teatro

Tornano i "Martedì dell'Avogaria", sul palco del teatro veneziano la drammaturgia emergente

Si comincia il 7 marzo con M.Other. Sei appuntamenti in tutto con la drammaturgia nazionale d'oggi. Tra donne, Almodovar, Dario Fo rivisitato, giullari e burattini

Donne, il teatro popolare dei giullari e saltimbanchi, fantasmi almodovoriani, rivisitazione di un classico di Dario Fo e burattini. Su questi temi si sviluppa il nuovo ciclo dei "I Martedì dell’Avogaria", rassegna che presenta a Venezia, al Teatro a l’Avogaria, alcuni fra gli spettacoli più interessanti nel panorama drammaturgico nazionale.

Madre intesa come legame atavico e indissolubile. Si apre il 7 marzo con “M.Other” uno spettacolo della compagnia Rifiuti Speciali. Al centro della narrazione il senso di inadeguatezza rispetto ad un duplice ruolo interpretato dalla donna, quello prima di figlia e poi, ipoteticamente, di madre, dove la scelta possibile della maternità è indissolubilmente legata alla non scelta dell’essere innanzitutto figlia. Ci si muove tra passato e futuro esplorando un legame esclusivo quanto complicato, molteplice quanto profondo, come quello con la propria madre. M.Other parte dalla donna e su di essa torna. Senza mai perderla di vista. La osserva nel suo diventare madre, nel suo rinunciare ad essere ancora figlia, nel suo perdersi nel rimanere donna, nel suo fondersi nel rapporto materno.

Donne protagoniste anche il 14 marzo nello spettacolo “Zia Severina è in piedi” per la regia di Carolina De La Calle Casanova. Nel quartiere Niguarda di Milano se la ricordano in tanti zia Severina, barricata fino all’ultimo nella sua casa popolare di quaranta metri quadrati in balia di una cosca che voleva portagliela via. È una storia di resistenza e di dignità, di lotta silenziosa e totale alla mafia compiuta con l’unico mezzo di cui è in possesso un’anziana donna: l’ostinazione. In scena una giornata come tante per zia Severina: un ragazzo, soprannominato “Mongolfiera”, giovane recluta della ‘ndrangheta si nasconde nella sua casa per intimidirla ed indurla ad andare via. Nella sua situazione ci sono tante altre famiglie nel quartiere e in tanti hanno già capitolato. Ma Zia Severina al posto della violenza sceglie di rapportarsi al suo carnefice, come una nonna, una madre, cercando di instaurare con lui una relazione fondata sul dialogo e la comprensione.

Divertente, folle e visionario, “Il mercante di monologhi”, 21 marzo, invece è uno spettacolo che propone il Teatro Popolare, quello dei giullari e dei saltimbanchi, rivisto in versione moderna. Matthias Martelli veste i panni di un surreale mercante, un giullare contemporaneo, che sale sul suo antico carretto di legno rigonfio di vestiti e, accompagnato dalla fisarmonica di Matteo Castellan, si trasforma in mille identità (professori, poeti, politici, samurai, suore, preti della tecnologia, cantanti, ecc.).Fra comicità, musica dal vivo, magia e trasformismo, le parole prendono vita in personaggi assurdi, talmente da sembrar reali,

“Canzoni sull’orlo di una crisi di nervi”, 28 marzo, di e con Francesca Palombo. Pepa Lopez de Leon, diva decadente, armata di fisarmonica, dà inizio al suo concerto, sfoggiando canzoni autocelebrative. Pian piano, però, il suo delirio interiore si svela e l’atmosfera si tinge di una vena masochista e surreale. A metà strada tra il caffè chantant e il teatro canzone, uno spettacolo che strizza l’occhio al clown contemporaneo e a certi personaggi almodovariani, dove gli eccessi autodistruttivi e gli estremismi emotivi diventano un pretesto per ridere e sorridere di certi clichè, ma anche per riconoscersi nella fragilità del personaggio. La musica, la comicità e l’ironia si fondono per dar vita a uno spettacolo divertente e sognante.

Il 4 aprile va in scena “Disconnessi” con Lisa Moras e Michele Vargiu. Giulia è una trentenne in crisi che odia il suo lavoro, si fa grandi abbuffate di internet, ha chiuso l'unica relazione stabile che era riuscita ad avere nella sua vita e vive in un monolocale quasi da reclusa. Disillusa rispetto al proprio futuro, incapace di reagire e isolata sceglie di compiere un gesto estremo.  Non prima di aver lasciato un video di addio al suo ex, un blogger molto noto che lavora in televisione. Ma a Giulia sta per accadere qualcosa di inatteso: per errore il suo numero di cellulare è stato condiviso su Facebook da una rivista online di salute. Sconosciuti iniziano a chiamarla per chiederle aiuto, e in un caleidoscopio di equivoci, malintesi e paradossali incomprensioni Giulia si ritrova a dover ascoltare i problemi degli altri e riconoscersi nei suoi improbabili interlocutori. 

Due burattinaie si apprestano a iniziare il loro spettacolo, ma non proprio tutto andrà come da copione. “Retrò Gold”, è lo spettacolo conclusivo (11 aprile) che Teresa Bruno  e Martina Soragna  porteranno in scena, e racconta di due attrici eccentriche e dei loro burattini, Mitch, cantante ballerino e Ughino, assistente pappagallo, in balìa della volontà di primeggiare delle due donne. Uno spettacolo comico che racconta cosa succede dietro le quinte di una baracca dove apparentemente sembra andare tutto secondo copione. Essenziali la scenografia e i burattini sulla scena che vengono stravolti nella loro ordinarietà dallo sguardo del clown.  Gag, lazzi e virtuosismi canori dei protagonisti di pezza,  trasformano i burattini  da fantocci ad esseri pieni di vita.

Gli spettacoli della rassegna sono su prenotazione telefonica ai numeri 041 0991967 o 335372889 o via mail: avogaria@gmail.com. Per informazioni: https://www.teatro-avogaria.it/
 

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