Venezia vista da Luigina de Grandis
Il Centro Culturale di Palazzo Pisani-Revedin, diretto da Samuel Baghdassarian dà inizio alla propria attività il 16 ottobre 2021 alle ore 17.00 proponendo tre personali riunite sotto il titolo di ″Artiste per Venezia″ in collaborazione con il Movimento Arte del XXI Secolo, il cui presidente, Aldo Maria Pero, presenterà la mostra e curerà i testi del catalogo. L’intento è quello di inserirsi con una manifestazione prestigiosa nelle celebrazioni per i milleseicento anni di Venezia, città unica nella storia, un tempo per la sua potenza militare affidata ad una formidabile flotta con la quale regge il paragone solo la forza navale dell’Impero britannico, per le assai articolate attività commerciali e per gli eccelsi esiti della sua scuola pittorica, in grado di rivaleggiare con Firenze e Roma; oggi per l’unicità dell’assetto urbano e per il fatto di essere un eccezionale museo allestito da sagge generazioni in secoli di gloria e di ricchezza.
In questo contesto Luigina De Grandis rappresenta al femminile l’aedo di tanto fulgore. Ma se certamente la pittrice di origine veronese ha cantato la sua città di adozione, al centro della sua poetica o, per meglio dire, della sua meditazione, si afferma, accanto ad un’arguta evoluzione stilistica che le ha consentito di passare da un fondamentale versante impressionistico a conquiste verso l’espressionismo, una sempre più assillante meditazione verso il destino dell’uomo.
La natura per forza endogena si rinnova di stagione in stagione e il rito del capodanno e della successiva primavera che rinverdisce il mondo trionfando sull’oscurità invernale trova luogo in universali celebrazioni, ma non trova in lei il turgore pagano e dionisiaco che risuona ne Le Sacre du printemps di Igor Stravinskij. A questo tema la De Grandis ha dedicato cicli di opere nelle quali emerge il sottile rapporto che si può instaurare tra le foglie e la vita umana. Le foglie e purtroppo la vita conoscono stagioni di fulgore, di pace, di bellezza ma, ahimé, sono brevi, brevi istanti ritagliati nel tempo sul quale prevale l’eterno. Tutto passa, pensava Eraclito, e mentre tu contempli lo scorrente corso di un fiume immagini che essa sia sempre la stessa, ma non è così perché le gocce d’acqua comprese nel flusso che hai visto passare non sono mai le medesime. Corrono sino a scomparire nel mare. Del resto, cos’è il tempo se la breve storia dell’uomo non può neppure rifarsi al passato, se non le è dato di affermare la propria esistenza nel presente e tantomeno proiettarsi nel futuro? A queste domande cui corrispondono tante opere di Luigina De Grandis molti secoli orsono aveva dato, e per sempre, risposta Parmenide di Elea. L’antico filosofo aveva infatti affermato che in realtà esiste solo l’eternità nella perfezione metafisica della sfera. Misera quindi deve ritenersi l’esistenza umana, senza passato perché il passato non esiste più, priva del presente perché mentre dico «io sono», il tempo fugge, e inconsistente nel futuro perché esso non c’è ancòra.
Simile alla foglia anche di un grande albero è l’uomo: la foglia appassisce, cade e ritorna alla terra mentre nell’interiorità dell’albero, seppur spoglio, sale la linfa che gli garantisce di sopravvivere alle sue foglie; e paragonabile alla clessidra è l’orgoglioso quanto transeunte quello che crediamo il signore del mondo: la sua vita è piena in alto, ma progressivamente si svuota sino a scomparire. Allora egli cerca di rovesciare lo strumento simbolo del tempo, ma la parte colma ritorna inesorabilmente a svuotarsi sinché l’eternità trionfa sul tempo, come ebbe chiara e malinconica coscienza Francesco Petrarca.
Tale era il senso dell’umano destino che gravava sull’animo di Luigina De Santis e la sua maniera ha seguito il corso delle riflessioni: una tavolozza abbastanza chiara in gioventù si è progressivamente oscurata, spesso in colori opachi e grevi, stesi con pennellate potenti, quasi polemiche, ma la profonda formazione tecnica appresa negli anni formativi le ha permesso in ogni occasione di rispettare una rigorosa sintassi espressiva e un profondo senso delle geometrie.
La personale di Luigina De Grandis inizia il 16 ottobre e si conclude il 30 novembre 2021