Venice Design Biennial
Riceviamo e pubblichiamo:
ll tema curatoriale di questa edizione, proposto dai curatori e fondatori del progetto, Luca Berta e Francesca Giubilei, è Auto-Exotic. L’esotico è morto – viva l’esotico. Ci hanno rubato l’altrove! Che fare? Ci sarà un auto-altrove da qualche parte.
Nel suo seminale saggio Orientalismo (1978), Edward Said mostrò come fin dal Settecento l’indagine culturale sull’Oriente, inteso come spazio fisico e mentale dell’esotismo, rivelasse delle saldature concettuali con le pratiche colonialiste.
L’altrove, popolato di odalische e califfi, denso di misteri e sensualità, esercitò in Europa una fascinazione che si intrecciava alle pratiche di egemonia politica, militare e commerciale.
Negli ultimi anni si sono imposti due fenomeni interconnessi, che hanno alterato questo scenario in modo radicale. Da una parte le culture e le civiltà "esotiche" hanno spettacolarmente invertito il cliché dell'immobile tradizionalismo. Le grandi potenze emergenti si trovano al di fuori dell'occidente. È l'occidente che mostra segni di declinante immobilismo. L'altro fenomeno è il correlativo tramonto della globalizzazione come l'abbiamo conosciuta, ovvero come un moto espansivo perpetuo del capitalismo occidentale.
La conseguenza è che la ricerca dell'esotico, dell'altrove eccitante e misterioso, slitta verso un orizzonte che non si distende più in senso geografico, ma si raccoglie piuttosto nelle pieghe più o meno nascoste della nostra stessa cultura di appartenenza, e nelle sue propaggini sia in senso di marginalità che di avanguardia. La sfida per i designer attivi oggi è come indagare questo altro da sé, vicino e lontano, in un modo depurato da pregiudizi ormai stantii, ma non sprovvisto della radicalità di chi i pregiudizi vuole abbatterli.
La Venice Design Biennial vuole invitarli a presentare la loro visione in una città che è la culla del concetto di esotico, cerniera tra Occidente e Oriente, dove il resoconto del leggendario viaggio di Marco Polo perla prima volta aprì nuovi orizzonti allo sguardo e all'immaginazione applicati a un altrove fuori dai limiti dell'esperienza conosciuta.