I volti di Wagner al Gran Caffè Lavena
Il 13 febbraio1883, a Palazzo Vendramin-Calergi, colto da un’improvvisa crisi cardiaca, si spegne il maestro Richard Wagner. Da poco, il 6 febbraio, si erano conclusi gli ultimi festeggiamenti carnascialeschi e la notizia si diffuse subito a Venezia lasciando la citta? in un profondo stato di costernazione, come riporta Henriette Perl nel suo volume Wagner in Venedig, pubblicato solo pochi mesi dopo il tragico avvenimento: «Nei caffe?, agli angoli delle strade, le persone incontrandosi gridavano: ‘Riccardo Wagner, il famoso tedesco, Riccardo Wagner, il gran Maestro del Vendramin e? morto’. Ma soprattutto la citta? era percorsa da un’agitazione indescrivibile, anzi, inconcepibile dal punto di vista italiano. Almeno questa volta, era la potenza del genio che legittimava tanto turbamento. Dalla morte di Garibaldi in poi, nessuna notizia aveva suscitato nelle masse tanta impressione, quanto la morte improvvisa del grande Maestro; e, si noti, qui a Venezia la sua grandezza era stata soltanto intuita, non pienamente compresa».
Per celebrare il 140° anniversario della morte, il caffe? Lavena ha affidato ad un maestro mascarer veneziano, Gualtiero Dall’Osto, il compito di allestire un ricordo di quell’illustre ospite che aveva eletto questo caffe?, in virtu? del suo amabile proprietario Carlo Lavena, a sua seconda dimora veneziana. Sei pezzi unici coi volti del maestro che passano dalla raffigurazione realistica a quella moderna poggiano su cartigli, creati per l’occasione da Daniela Schiavo, utilizzando copie di partiture originali e autografe di Richard Wagner. Il tutto dialoga a distanza con la scultura, in alto rilievo, dell’artista veneziano Vincenzo Cadorin, che da sempre fa bella mostra di se? al centro del caffe?. Progetto di Danilo Reato e Gualtiero Dall’Osto.