Ca' Foscari studia come contrastare la polarizzazione nelle grandi città
La ricerca è condotta da Giulio Buciuni, professore di Entrepreneurship alla Business School del Trinity College di Dublino e da Giancarlo Corò, professore di Economia Applicata dell’Università Ca’ Foscari Venezia
L'Università Ca' Foscari di Venezia si conferma uno degli atenei più all'avanguardia e sempre pronto ad avviare progetti di ricerca utili a livello sociale, economico, cultuale e ambientale. Una delle ultime ricerche di cui è stata protagonista l'università veneziana riguarda il tema della polarizzazzione delle grandi città e ha visto il professore di Entrepreneurship alla Business School del Trinity College di Dublino, Giulio Buciuni e il professore di Economia Applicata dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Giancarlo Corò prendere in esame le dimensioni e le principali cause della divergenza tra centri e periferie, che costituisce una delle più insidiose forme di diseguaglianza nelle economie avanzate. La ricerca si è svolta tra il 2017 e il 2022 e si è basata sullo studio di un’ampia letteratura scientifica, oltre che sull'analisi di dati e informazioni originali, comprese visite in loco e interviste con gli stakeholder in alcuni territori che, fuori dal raggio delle grandi città, hanno saputo contrastare il declino grazie allo sviluppo di capacità di innovazione e politiche di attrazione di investimenti esteri e capitale umano qualificato.
In particolare, i fattori chiave di un modello alternativo per le città periferiche sono stati individuati nelle aree di Galway in Irlanda, di Raleigh-Durham negli USA, nella regione della Ruhr in Germania, e nella Via Emilia in Italia. Questi territori hanno contrastato la tendenza verso la polarizzazione dell’innovazione, creando ecosistemi competitivi e diversificati, basati sull’integrazione di capacità locali e risorse esterne, dove l’Università gioca, assieme alla finanza territoriale, un ruolo fondamentale di catalizzatore dello sviluppo.
Secondo Giulio Buciuni: “La concentrazione della finanza e dell’innovazione in poche superstar city sta accrescendo i divari con aree e regioni periferiche. In questo modo la disuguaglianza all'interno dei paesi si allarga, con effetti sia di rallentamento dello sviluppo, sia di aumento del risentimento politico. Studiando gli ecosistemi di innovazione nelle città secondarie di Galway, Raleigh-Durham, la valle della Ruhr e la Via Emilia, la nostra ricerca ha identificato un modello più equo e democratico per la competitività dei territori. Connettività globale grazie alla presenza di gruppi multinazionali ancorati al territorio, interazione tra università e imprese, finanza locale per l’innovazione imprenditoriale sono tre ingredienti fondamentali per rendere competitive le città secondarie.”.
“Nel nostro studio - spiega il professor Giancarlo Corò - abbiamo preso in considerazione diversi indicatori per confrontare le dinamiche dello sviluppo e dell’innovazione territoriale: dai brevetti alle pubblicazioni scientifiche, alle scelte localizzative dei laureati, alla geografia del venture capital, ma anche i valori immobiliari e i comportamenti elettorali, che discriminano in modo sempre più evidente centri e periferie”.
La ricerca condotta da Giulio Buciuni e Giancarlo Corò è oggetto del loro ultimo libro ‘Periferie Competitive. Lo sviluppo dei territori nell’economia della conoscenza’ (il Mulino, 2023).