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Alla cimice asiatica ci pensa la vespa Samurai

Il decreto del ministero per l’Ambiente autorizza l’immissione di questo insetto antagonista. Da giugno ad agosto 35 mila esemplari a presidio dei 18 mila ettari di frutteti del Veneto

Contro la cimice asiatica, capace di mandare in fumo dal 60 al 100% del raccolto annuo del frutto che predilige, la pera (specie la kaiser, quella del litorale veneziano frequentato dai turisti tedeschi che amano questo frutto del posto), senza però disprezzare mele, pesche, kiwi, ciliegie, albicocche, susine, nocciole, olive, soia, mais e ortaggi che comunque distrugge, giovedì 18 giugno entra in campo in Veneto la vespa samurai. Il programma di lotta biologica della Regione, che vale 4 milioni e mezzo di euro, è stato presentato dall'assessore all'Agricoltura Giuseppe Pan. Le vespe samurai sono insetti antagonisti della cimice asiatica: la Regione, in collaborazione con il laboratorio di Entomologia dell’Università di Padova, dà avvio al piano triennale di graduale immissione di questa piccola vespa non autoctona in tutta la regione.

Il via libera

L'atteso decreto del ministero per l’Ambiente, della settimana scorsa, ha autorizzato l’immissione di questo antagonista. Il territorio regionale è stato suddiviso in 106 quadranti, ciascuno di 30 chilometri quadrati, all’interno dei quali le cimici asiatiche tendono a deporre le uova. In ogni quadrante i lanci di vespe saranno ripetuti tre volte durante la stagione estiva per un totale di 318 lanci. Ogni volta i tecnici liberano un centinaio di esemplari femmina, pronte a deporre le uova, e, una decina di maschi. In totale, da giugno ad agosto, 35 mila esemplari, «un piccolo esercito a presidio dei 18 mila ettari di frutteti presenti nel territorio regionale», dice Pan. Qualche tempo fa era intervenuto anche il presidente di Confagricoltura Venezia, Giulio Rocca. «Bene i milioni della Regione per la ricerca sugli insetti antagonisti, come la vespa samurai». Ma l'entrata di specie di insetti non autoctone non era consentita fino a qualche tempo fa sul nostro Paese. La sperimentazione non si è però fermata. Fino all'attuale via libera.

Le uova

Il Trissolcus Japonicus, questo il nome scientifico dell'imenottero di origine asiatica che depone le sue uova in quelle della cimice asiatica, di fatto impedendone la nascita, risulta sinora il miglior avversario della temuta Halyomorpha Halys,la cimice, che dal 2015 ad oggi si è diffusa in modo esponenziale nella pianura padana, intaccando e danneggiando le colture di pesche, mele, pere, albicocche, ciliegie, susine, kiwi, senza disdegnare mais, soia e colture orticole, perfino le noci.

L'Università 

Giovedì i tecnici dei servizi fitosanitari della Regione Veneto, guidati da Giovanni Zanini, insieme ai ricercatori del dipartimento Dafnae dell’Università di Padova (dipartimento di agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente) coordinati dal professor Alberto Pozzebon, provvederanno ai primi tre lanci per un numero complessivo di oltre 300 esemplari. «Con questo piano – conclude Pan – la Regione dà continuità agli interventi già messi in campo a partire dal 2017, ai primi riscontri dei danni causati dalla cimice asiatica che ha portato perdite ai raccolti quantificabili nell’ordine di 80-100 milioni annui. I lanci delle piccole vespe samurai andranno a integrare i metodi di contrasto già sperimentati, come trappole, reti anti insetto e mezzi chimici».

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