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Più navi ma meno inquinamento a Venezia: merito delle strategie green

In cinque anni dal 2007 al 2012, nonostante l'aumento del traffico navale in laguna, il livello di pm 2,5 dovuto al traffico portuale è calato grazie anche all'accordo Venice Blue Flag

A Venezia le polveri sottili dovute all’attività portuale sono calate del 26% tra il 2007 e il 2012, nonostante l’aumento del traffico navale. Lo dicono le analisi svolte dai ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia e del Consiglio nazionale delle ricerche sui dati raccolti minuto per minuto durante quattro campagne di misurazione svolte nel canale della Giudecca.

Secondo gli studiosi, avrebbero contribuito positivamente le politiche di mitigazione dell’Unione Europea e il locale accordo Venice Blue Flag tra autorità locali (Comune, Autorità portuale e Capitaneria di porto di Venezia) e compagnie di crociera per l’uso di carburante a basso tenore di zolfo in laguna.

I risultati sono stati presentati oggi al Campus Scientifico di Ca’ Foscari durante il workshop “Qualità dell’aria in città portuali del Mediterraneo”, che ha messo a confronto ricercatori impegnati nello studio dell’inquinamento atmosferico nei porti di Venezia, Brindisi, Genova, Rijeka (Croazia), Patrasso (Grecia) e Marsiglia (Francia) nell’ambito dei progetti POSEIDON e CAIMANs, entrambi finanziati dal Programma europeo MED per la cooperazione territoriale.

Venezia è tra i porti analizzati dal progetto POSEIDON, coordinato dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr (Isac-Cnr). In laguna gli studiosi hanno messo a punto un metodo di raccolta e analisi dei dati che permette di isolare il contributo specifico delle emissioni navali all’inquinamento atmosferico totale. Grazie all’elevata frequenza di campionamento, infatti, è possibile raccogliere prima, durante e dopo il passaggio di una nave tutte le informazioni su polveri sottili (pm2,5) e gas (ossidi di azoto e zolfo). Nel periodo considerato, il contributo del traffico navale al pm2,5 è calato da 0,588 a 0,434 microgrammi per metro cubo, rappresentando il 3,5% del pm2,5 totale nel centro storico di Venezia.

I rappresentanti di Ca' Foscari, Isac-Cnr, Università di Patrasso e Scuola di Medicina di Fiume hanno concordato di utilizzare la metodologia ad alta risoluzione temporale sperimentata a Venezia anche per le analisi relative ai porti di Brindisi e Patrasso. Dai risultati preliminari, infatti, emerge che il contributo del traffico navale al totale della concentrazione di polveri sottili è confrontabile tra i vari porti, oscillando tra il 3 e il 7%.

Durante il periodo preso in esame dai ricercatori è aumentato il traffico navale, soprattutto i passaggi di navi ad alto tonnellaggio. Tra il 2010 e il 2012, ad esempio, sono quasi triplicate le navi con stazza superiore a 100mila tonnellate. Secondo gli studiosi, quindi, è evidente come la riduzione delle pm 2,5 nell'aria sia connessa alle politiche di mitigazione dello zolfo come quelle sperimentate a Venezia su base volontaria grazie all'accordo Venice Blue Flag. Dalla ricerca si attendono indicazioni sulla mitigazione di altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici, che non sembrano aver subito sensibili variazioni.

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