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Legambiente critica il piano regionale per i fondi europei: «Opere utili, ma anche tanta voglia di asfalto»

Bene l'idrovia e le ferrovie, mentre la Romea commerciale e i collegamenti A4-litorale sono «retaggio di concezioni trasportistiche superate»

Poteva essere gestita meglio, secondo Legambiente, la "lista della spesa" presentata dalla Regione Veneto per la ripresa post Covid da finanziare con il fondo europeo Next Generation EU. Nel programma regionale del valore di quasi 25 miliardi (il PRRR, ovvero piano regionale di ripresa e resilienza) ci sono, secondo l'associazione, «opere assolutamente condivisibili» ma anche altre impattanti e legate a «superate concezioni trasportistiche». Legambiente ha pubblicato oggi il "suo" piano nazionale, un documento approfondito che descrive «le opere che servono al paese».

I "sì" e i "no" di Legambiente

Tra i progetti veneti "approvati" da Legambiente c'è il completamento dell’idrovia Padova mare, canale navigabile «che rappresenterebbe un’alternativa all’ormai obsoleto trasporto merci su gomma e contemporaneamente un intervento di messa in sicurezza idrogeologica del territorio»; ma anche le opere ferroviarie, tra cui la nuova linea Cortina-Calalzo e gli adeguamenti di quelle obsolete, come la Adria-Mestre.

Decisamente meno gradite le nuove autostrade, i nuovi raccordi e le tangenziali: «Tanta voglia di asfalto che riporta alla luce anche l’autostrada Mestre-Cesena, meglio nota come Romea commerciale», oltre alla Treviso-mare e al collegamento A4-Jesolo-litorali (costo stimato 400 milioni di euro, 6 anni di lavori). Mentre restano «marginali», nel PRRR, le proposte sugli interventi per contrastare l’inquinamento ed il consumo di suolo, e addirittura «assenti» gli investimenti in settori strategici come quello dell’economia circolare e delle energie rinnovabili.

In definitiva, scrive Legambiente, il piano veneto, «pur contenendo alcune opere regionali ormai necessarie e strategiche (come quelle per la salvaguardia dal rischio idrogeologico oppure le nuove infrastrutture ferroviarie), appare inadeguato al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e climatica. È ricco di nuove e vecchie infrastrutture stradali ed autostradali; avaro di interventi concreti sulle principali fonti di emissioni per fermare l’inquinamento atmosferico; lacunoso di idee e risorse per l’economia circolare e la sostenibilità ambientale dell’economia e del lavoro; per nulla ambizioso per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’abbandono delle fonti fossili; privo di risposte per arginare il galoppante consumo di suolo».

Progetti impattanti

In tutto, con questo documento, la Regione presenta 155 progetti raggruppati in 13 macroprogetti che vanno dalle infrastrutture alle Olimpiadi di Cortina, dalla sanità all’ambiente, dal rischio idrologico alla mobilità, dall’energia alla digitalizzazione, per un totale di investimenti che, come detto, sfiora i 25 miliardi di euro. «La sensazione - dice il presidente regionale di Legambiente, Luigi Lazzaro - è che si tratti di una serie di progetti per lo più fondati su una concezione di sviluppo legata al passato dove asfalto, consumo di suolo e fonti fossili fanno la parte del leone».

I presupposti non sono buoni. «Da tempo - spiega Lazzaro - chiediamo di completare la filiera impiantistica dell’economia circolare veneta realizzando in ciascuna provincia un impianto per il riciclo dei prodotti assorbenti come già fatto nel trevigiano, un centro di preparazione al riutilizzo (come nel vicentino) e un impianto per il riciclo delle terre da spazzamento, oltre a una discarica autorizzata allo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto su ambito regionale. Lo stesso dicasi per gli impianti da energie rinnovabili, su cui la Regione deve puntare con più coraggio». In conclusione, secondo Legambiente, «serve un processo di condivisione e partecipazione popolare» per «contrastare il rilevante rischio di conflittualità sui territori derivante da centinaia di cantieri aperti. Ci auguriamo che questa mancanza di partecipazione venga colmata al più presto».

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