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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Molti giovani non vogliono un'automobile di proprietà (a patto di avere un trasporto pubblico efficiente)

La macchina perde appeal: l'opinione, secondo una ricerca di Ca' Foscari, è condivisa da quasi 2 under 30 su 3

Il 61,7% dei giovani al di sotto dei 30 anni rinuncerebbe a possedere un’automobile se fossero disponibili mezzi pubblici efficienti: una tendenza legata probabilmente ad una maggiore sensibilità verso i temi ambientali, ma anche all'evoluzione di alcune abitudini. Il dato emerge da un’indagine svolta dal Cami (center for automotive e mobility innovation) del dipartimento di Management dell'università Ca' Foscari, che ha per oggetto l'atteggiamento verso l'automobile.

L’indagine chiedeva agli intervistati (oltre un migliaio) di esprimersi sull'"automobile dei propri sogni": è emerso che meno del 18% acquisterebbe un’auto tradizionale (diesel o benzina), oltre il 60% la prenderebbe elettrica o ibrida e il 5% ad idrogeno. Mentre un giovane su 5 (il 20%) non è interessato a possedere un’auto. «Ci aspettavamo alcuni dati in controtendenza, ma siamo comunque rimasti sorpresi dai risultati», dice il professor Francesco Zirpoli, direttore del Cami, che aggiunge: «Il parere dei giovani è fondamentale poiché, al di là dei numeri, annuncia un cambiamento paradigmatico nella domanda di servizi di mobilità». Secondo il professor Andrea Stocchetti, che ha coordinato lo studio, «non ci sorprende che un giovane su cinque dica che non intende possedere un’auto: è un dato in linea con altre indagini fatte sui “millennials” e la “Z generation”, che hanno valori molto diversi dalle precedenti generazioni. Non pensavamo, tuttavia, che oltre il 60% farebbe a meno dell’auto se potesse disporre di trasporti pubblici efficienti».

La direzione, quindi, è non solo verso lo sviluppo di auto elettriche o più connesse, ma anche verso il potenziamento dei trasporti pubblici. Il 62% degli intervistati sostiene che bisognerebbe ridurre il numero di auto in circolazione e solo il 22% è contrario alle limitazioni del traffico. Si tratta quindi di produrre più autobus e meno automobili? Il quadro è più complesso. Le indicazioni in termini di sostenibilità urbana sono chiare e in linea con quanto già ampiamente riconosciuto da quanti si occupano di urban planning e mobility management. Ma sul fronte dell’industria dell’auto non sembra esservi la medesima consapevolezza: ad un passo così lento nella direzione dell’innovazione è molto probabile che sulla filiera dell’automobile si abbatterà una "tempesta perfetta".

Questa indagine del CAMI è un ulteriore tassello della ricerca più ampia che il centro di Ca’ Foscari svolge da anni su questo fronte e conferma come nel settore della mobilità, fulcro della transizione green, ci sia ancora tanto da innovare. Ma, aggiunge il professor Zirpoli, «questa è anche una grande opportunità proprio per i giovani oggetto della nostra indagine. La transizione verso la mobilità sostenibile necessita di idee e professionalità nuove. Anche per questo a Ca’ Foscari abbiamo investito, primi in Italia, in un Master che forma questi nuovi profili».

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