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Lettera aperta a Luca Zaia. no all'autostrada del mare Meolo - Jesolo.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

Il Veneto è colpito al cuore. Le notizie riguardanti gli arresti dell'ing. Baita, della dr.ssa Minutillo e di altre figure imprenditoriali di spicco deflagrano in un momento già di per sé delicato e grave. Inquietano i dati e le vicende che giorno dopo giorno emergono dai giornali e dalle inchieste in corso. È evidente l'esistenza di un vero e proprio sistema criminale per l'aggiudicazione, l'indirizzo e la spartizione di interessi nelle gare ed appalti di infrastrutture ed opere per lo sviluppo veneto. Il progetto di finanza da alternativa all'investimento pubblico per la realizzazione di opere di utilità pubblica si è trasformato in uno strumento infernale di connivenze e spartizioni di potere e soldi. Leggo altresì con viva approvazione la costituzione di una commissione d'inchiesta proprio per chiarire e far emergere le irregolarità e le responsabilità (anche politiche) di questo sistema e di chi lo ha avvallato. Credo di non sbagliare nell'affermare che parte dello sviluppo infrastrutturale veneto abbia risposto e sia stato guidato più da interessi particolari e privati piuttosto che da logiche comunitarie e di pubblica utilità. Ed ora vengo al tema che sta a cuore alla comunità meolese: la via del mare. È un progetto che per alcuni è indispensabile per sbottigliare il traffico turistico verso le spiagge venete (problema che interessa solo Jesolo e per un periodo limitato). Nasce come ben sa da una proposta di finanza di progetto presentata nel 2007 dalle Società "Adria Infrastrutture S.p.A." (MINUTILLO), "Strade del Mare S.p.A." e Consorzio "Via del Mare" (BAITA). A Meolo come nel resto dei comuni interessati si sono formati comitati di cittadini contrari a questa soluzione. È assurdo privatizzare una strada pubblica già pagata con le nostre tasse depauperando un territorio gravato da importanti infrastrutture e violentato da uno sviluppo industriale selvaggio. Perfino gli imprenditori hanno negato l'utilità di un'opera simile che gli estrometterebbe di fatto dal godere per esempio dei benefici derivanti dal casello appena inaugurato. Per non parlare poi delle conseguenze sulla vivibilità e sugli equilibri del nostro territorio che verrebbe colpito dal traffico "portoghese" che si riverserebbe sulla viabilità locale. Altro dato gravissimo è quello dello sperpero di denaro pubblico infatti per far posto all'autostrada del mare si distruggerebbero opere stradali in fase di realizzazione (complementari al casello) o da poco realizzate con soldi pubblici. Certo siamo consci che la Treviso Mare necessiti di una riqualificazione soprattutto rispetto ad alcuni nodi critici ma nella convinzione che debba rimanere una strada libera e pubblica. Tra l'altro esistono studi di fattibilità per una messa in sicurezza a tranche che potrebbe essere affrontata in tutta tranquillità con soldi pubblici. Vengo al motivo vero per il quale le scrivo ovvero di inserire anche questo progetto nella lista di quelli che verranno presi in esame dalla commissione di inchiesta per verificarne la correttezza, la legalità nonché di valutarne la necessità. Ritengo opportuno il blocco (noi ci auguriamo la denitiva cancellazione) di questo progetto fino a quando non sarà fatta piena luce e non saranno verificati fino in fondo tutti i dati in vostro possesso. Le chiedo un atto di coraggio e responsabilità in questo senso auspicando una proficua collaborazione.

Distinti saluti.

Giampiero Piovesan

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