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Devastazione litorale, tornado o downburst? L'Arpav chiarisce: «Si tratta di "macroburst"»

Nelle ore successive all'evento metereologico dello scorso 10 agosto si sono fatte numerose ipotesi. Il vento ha toccato i 114 a Bibione, record di 120 orari a Fossalta di Portogruaro

Tornado o downburst? Nel pomeriggio di giovedì 11 agosto, un esteso sistema temporalesco ha provocato notevoli danni lungo tutto il litorale veneto, da Taglio di Po (Rovigo) fino a Bibione. Gli effetti sono stati disastranti, tra caduta di un gran numero di alberi, soprattutto pini marittimi, danni alle infrastrutture litoranee, problemi ai campeggi, specie alle strutture più leggere come tende, camper e bungalow. Ci sono state diverse decine di feriti e anche la caduta di alcuni tralicci dell’alta tensione.

ARPAV FA CHIAREZZA

Nelle ore successive agli eventi meteorologici, si sono sussegguiti diversi approfondimenti e dibattiti sulla propria natura: si è parlato di tornado, tromba d’aria, downburst o bomba d’aria (termine mutuato da quegli acquazzoni così intensi, o nubifragi, chiamati "bombe d’acqua". Ci ha pensato il servizio meteorologico di Arpav a fornire tutti i chiarimenti del caso sulla corretta terminologia da adottare.

COS'È UN DOWNBURST

Un "downburst" è un improvviso rinforzo di vento che raggiunge il suolo, legato alla presenza di moti convettivi che si sviluppano principalmente all’interno di nubi cumuliformi, a forte sviluppo verticale e spesso temporalesche o cumulonembi. Tali nuvole sono in grado di dare origine ad uno dei seguenti fenomeni meteorologici: precipitazioni intense (forti rovesci), raffiche di vento (a volte trombe d’aria), grandine, attività elettrica ovvero fulmini. Non è detto però che tali fenomeni si presentino con lo stesso livello di intensità nei diversi temporali: alcuni temporali possono essere caratterizzati maggiormente da piogge intense, altri da raffiche di vento o da trombe d’aria, altri da grandinate, altri da attività elettrica particolarmente frequente.

COS'È UN TORNADO

Il tornado è invece definito come "una colonna d’aria in rapida rotazione a contatto con la superficie del terreno, che si origina da nubi cumuliformi e spesso risulta visibile come una specie di imbuto che solleva detriti e polvere". In Italia il tornado è anche conosciuto come tromba d’aria o tromba marina, quando tocca la superficie del mare, quindi i due termini sono da ritenersi sinonimi. Le trombe d’aria sono eventi abbastanza rari e spesso molto localizzati, ma tutt’altro che infrequenti nella nostra regione specialmente in pianura e lungo la costa, circa 3 all’anno. I tornado possono avere diversi gradi di intensità. Una classificazione molto diffusa, e ancora in uso, è quella proposta dal ricercatore statunitense T. Fujita nel 1971, nella quale l’intensità dei tornado è classificata in base all’entità dei danni prodotti dai venti al suolo, con una scala dal più debole F0 al più devastante F5.

SI È TRATTATO DI MACROBURST

I fenomeni che hanno colpito la costa veneta giovedì 10 agosto sono da ricondursi ad una serie di “downburst”, più in particolare, di “macroburst” connessi ad un unico grande sistema temporalesco, organizzato in più celle (multicellulare), che dall’Emilia Romagna si è spostato verso nordest interessando il litorale veneto e poi il Friuli Venezia Giulia. Durante il passaggio di questo sistema le raffiche di vento registrate da alcune stazioni della rete di monitoraggio meteorologico dell’Arpav hanno superato i 100 chilometri all'ora, raggiungendo i 114 a Bibione e i 120 a Fossalta di Portogruaro.

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