L'assessore friulano: "Annettiamo Portogruaro, il mare per Pordenone"
La proposta nasce dalla "battaglia" per far sopravvivere la provincia pordenonese. Pur di non andare con Udine il responsabile della Cultura del Friuli De Anna è pronto agli "acquisti"
"Il Veneto non è un supermarket, non siamo in saldo e non lo è nemmeno Portogruaro. Il Friuli se ne faccia una ragione e suggeriamo, prima di lanciare certe idee luminose, un minimo di rispetto per le istituzioni venete, Regione compresa". Così Gennaro Marotta, consigliere regionale dell'Italia dei Valori, sulle dichiarazioni dell'assessore regionale alla Cultura del Friuli Venezia Giulia Elio De Anna, sull'ipotesi di annettere Portogruaro e il suo mandamento alla regione friulana.
"La campagna acquisti dell'assessore regionale del Friuli, dal vago sapore elettorale (l'anno prossimo si vota per la Regione e per Udine), appare fuori luogo e fuori tempo. Sul luogo – attacca Marotta - non ci mettiamo nemmeno a discutere. Il Veneto non è in saldo". Per salvare la provincia di Pordenone, infatti, ottenendo anche lo sbocco al mare, l'idea di De Anna sarebbe quella di annettere il Portogruarese al Friuli, in modo da non arrivare all'annessione con Udine, con cui non scorre storicamente buon sangue. A riassumere il concetto è stato proprio il presidente della Provincia pordenonese Alessandro Ciriani, che ha dichiarato: "Mai con Udine, siamo pronti a schierarci sul ponte del Tagliamento per difendere il nostro territorio". In questo modo il territorio al confine con il Veneto otterrebbe lo sbocco al mare e, soprattutto, la sopravvivenza. Due piccioni con una fava. "Un ragionamento triste - commenta Marotta - evoca ricordi di campagne militaresche: meglio stendere un velo pietoso".
Secondo il segretario regionale dell'Italia dei Valori bisognerebbe anche rivedere l'istituto dello statuto speciale del Friuli: "Caro il mio assessore confinante, inutile fare i “ganassa” con i soldi degli altri - attacca - Eh già, perché sbandierare volontà di aggregazione, contando sui denari abbondanti derivanti dallo statuto speciale, potrebbe voler dire, visti i tempi e le volontà, tra cui la nostra, fare il passo più lungo della gamba. L'istituto dello statuto speciale va ragionato, discusso e depotenziato dal punto di vista finanziario, vista la situazione storica, sociale ed economica del Paese e dell'intera Europa".
Il giudizio di Marotta è netto: "Senza i finanziamenti a pioggia, pagati dallo Stato e dalle altre regioni, il Friuli – osserva - non avrebbe più alcuna attrattiva, e certi ragionamenti non avrebbero nessuna cittadinanza, come anche quella risoluzione del gruppo del Pd veneto che chiede di sollecitare il passaggio al Trentino di quattordici comuni veneti".