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Brugnaro, all'orizzonte l'idea di piazza San Marco su prenotazione

Il primo cittadino attratto da un'area marcia a numero chiuso. Intanto sui libri gender attacca Amnesty: "Si candidi alle elezioni prima di parlare"

Venezia è pronta a mettere i lucchetti a Piazza San Marco? Nessuno sbarramento fisico, ci mancherebbe, ma l'ipotesi di un numero chiuso per i turisti è stata fatta balenare venerdì dal neo sindaco della città, Luigi Brugnaro, parlando dell'area marciana, Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco, sul quale gravita per tutta la giornata buona parte della massa degli ospiti del centro storico. "Non escludo che si possa ragionare - dice Brugnaro - sull'introduzione di una prenotazione in alcuni luoghi della città come piazza San Marco". Non è certo la prima volta che il ragionamento sul numero chiuso si insinua, più o meno velatamente, tra i campi e le calli lagunari. Il primo a sventolare la bandiera dello sbarramento a tutti i costi e di un ticket per opporsi all'orda del turismo mordi e fuggi fu l'ex assessore 'sceriffo' Augusto Salvatori, passato alla storia per la battaglia contro i saccopelisti e a favore del decoro dei visitatori della città. "Sono per il numero chiuso su prenotazione" ha ripetuto recentemente, parlando specificatamente di Piazza San Marco. "Bisognerebbe introdurre - ha suggerito - un biglietto di ingresso per i turisti. In che modo? Con dei cancelletti".

La questione torna ad infiammare gli animi non a caso soprattutto d'estate, quando il 'peso' specifico dei visitatori inizia a farsi opprimente per un contesto fragile e limitato come quello di Venezia. Tanto più in tempi di casse comunali da rimpinguare. Lo scorso anno a lanciare il sasso nello stagno delle polemiche era stato il sottosegretario per i Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni, sostenendo "le istituzioni della città devono fare uno sforzo e decidere quale sarà il futuro di Venezia. E' indispensabile programmare i flussi - aveva sottolineato alla consegna di oltre 100mila firme contro le grandi navi a Venezia raccolte dal regista Gabriele Muccino - e gli ingressi in laguna con la massima attenzione".

A schierarsi contro il ticket di ingresso, ma a favore di una tassa di soggiorno per Venezia, era stato anche il ministro Dario Franceschini. "Sulle modalità del ticket si può discutere - aveva spiegato -. A me dà l'impressione di una città chiusa mentre le città devono essere aperte. Venezia, per il ministro, "deve vivere come una città" e contemporaneamente diventare meta "di un turismo sostenibile".

Ottavio Serena, consigliere comunale della Lista Brugnaro, durante la Giunta di venerdì è stato invece nominato consigliere delegato del sindaco per i problemi legati alla corruzione. Ne ha dato annuncio proprio il primo cittadino, spiegando di aver concesso anche il patrocinio per un convegno sui temi della corruzione. Sullo sfondo ancora una volta rimane il ritiro dei libri con le favole "arcobaleno" dalle scuole. "Persino il direttore di Amnesty International, nei giorni scorsi, mi ha scritto per attaccarmi: questo la dice lunga su come vada riaccesa la luce, in questo Paese, per evitare che si blocchi e non riparta - ha dichiarato Brugnaro - Se c'è gente che ha tempo di fare le mail per attaccare, così come è avvenuto anche con Goletta verde, sarebbe meglio che, prima, si candidasse alle elezioni, per vedere se la gente la pensa come loro. Abbiamo fatto uscire dalle scuole tutti i libri - ha precisato, mostrando quelli che ha apprezzato e quelli che ha scartato - per controllarli: la gran parte, come quelli sull'antirazzismo o l'inclusione sociale, che fanno parte anche della mia storia, saranno reintrodotti, a differenza dei pochi che abbiamo ritenuto non adatti per i bambini dell'asilo, visto che la teoria del gender non è integrazione: il Comune non li distribuirà più, perché decidere che libri dare sarebbe il vero fascismo, e saranno genitori ed insegnanti a prendersi le proprie responsabilità in merito, andandoli nel caso a prendere in biblioteca".

"Se c'e' qualcuno che si offende - ha proseguito - che lo faccia pure: i cittadini hanno votato perché questi libri non siano nelle scuole ed è questa la democrazia. E poi, visto che si parla tanto di conflitti di interesse, voglio vedere dove sono stati comprati questi libri. In ogni caso, è una polemica inutile, che fa male ad un certo tipo di ragionamento: c'è gente a cui piace alimentare le polemiche, mentre io voglio solo chiarire, perché l'atteggiamento delle persone intelligenti è quello di non avere certezze, ma, con umiltà, dubbi. Io li ho e quel che sto facendo, e mi è stato chiesto, è solo trasparenza".

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