rotate-mobile
Politica

Scure sulle sanzioni comminate a Venezia? "Non c'è nessuna promessa dal governo"

Il sindaco Brugnaro in Consiglio comunale stoppa gli entusiasmi: "Sono fiducioso, ma per ora non c'è certezza. A Roma abbiamo spiegato che così abbiamo le assunzioni bloccate"

"Nessuna promessa, anche se io sono fiducioso". Il sindaco Luigi Brugnaro in versione "San Tommaso" stoppa i facili entusiasmi in Consiglio comunale: le sanzioni per lo sforamento del patto di stabilità per ora rimangono, nonostante i ripetuti incontri in laguna e a Roma per cercare di sbrogliare la matassa. O meglio, per cercare di spiegare al Governo la specificità veneziana e di conseguenza l'impossibilità di rispettare i vincoli di bilancio. L'ha spiegato il primo cittadino giovedì mattina, durante la seduta del parlamentino locale. Toni meno ottimistici rispetto a quelli del sottosegretario all'Economia del Pd, Pier Paolo Baretta, e del viceministro dello stesso dicastero, segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti. 

Entrambi avevano annunciato che un "Salva Venezia" sarebbe nelle intenzioni dell'esecutivo Renzi, da inserire come emendamento a qualche provvedimento del governo. Ad ora, però, niente di nuovo sotto il sole. Nemmeno dopo la trasferta romana di sindaco Brugnaro e staff di martedì, dove non sono arrivate promesse o sicurezze: "Abbiamo incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti - ha spiegato - ma non c'è stato alcun impegno specifico del governo. Siamo comunque fiduciosi e devo ringraziare Palazzo Chigi per il fatto di essere stati ricevuti e ascoltati. Abbiamo ribadito che le sanzioni per lo sforamento del patto di stabilità di 18 milioni di euro comportano gravi conseguenze per la città. Se non verranno cancellate bisognerà tagliare o incrementare le entrate. In più non potremo assumere i 70 agenti di polizia municipale che abbiamo previsto e la città, sul fronte dell'ordine pubblico, ne avrebbe bisogno come il pane. Rimarrebbe in piedi anche la questione dei dipendenti del Comune, anche se abbiamo stanziato risorse per il fondo integrativo". 

Il "caso Venezia", in ogni caso, il premier Matteo Renzi e i componenti del Consiglio dei ministri lo conoscono bene: "L'8 marzo abbiamo consegnato la documentazione a Renzi, Padoan e Boschi - ha continuato il sindaco - ma siamo andati a Roma anche in precedenza e abbiamo incontrato i parlamentari veneti a  più riprese. Da quest'ultimi sono arrivate rassicurazioni di fronte comune. Intanto, però, promesse non ce ne sono da Roma. Ci sono stati dati 5 milioni all'anno per i prossimi tre, ma è poca roba. Noi abbiamo fatto il nostro, scovando 32 milioni di euro per chiudere il bilancio in pareggio. Questo grazie a tutta la città, senza ricevere l'aiuto esterno di nessuno. Io sono fiducioso - ha concluso - ma non c'è certezza di nulla". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scure sulle sanzioni comminate a Venezia? "Non c'è nessuna promessa dal governo"

VeneziaToday è in caricamento