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Amministrative 2020, passo indietro del rettore Bugliesi

Per il candidato di Gasparinetti, Pd e moderati «attualmente non ci sono le condizioni». Da Un'altra città possibile 3 donne da verificare. Il Nostro impegno per la città cerca una soluzione condivisa

«Confermo il mio interesse a contribuire per la costruzione di un progetto per la città convinto che vengano prima le idee poi le candidature». Era il 2 gennaio di quest'anno. Il rettore dell'università Ca' Foscari di Venezia, Michele Bugliesi, chiamato in causa dal Gruppo25Aprile, confermava in un messaggio la propria disponibilità a impegnarsi per Venezia in vista delle elezioni amministrative 2020, per la creazione di un robusto programma da porre in alternativa all'amministrazione cittadina attuale. A poco più di un mese da quel commento, Bugliesi ha fatto oggi, sabato 8 febbraio, una dichiarazione al contrario, mettendosi da parte: «quelle attuali non sono le condizioni». 

Il 25Aprile ha fatto il nome di Bugliesi nel corso di una conferenza stampa a Castello, proprio all'inizio dell'anno. «Avevamo tracciato un profilo del candidato/a come piattaforma civica e apartitica radicata sul territorio e attiva da sei anni - ha spiegato il portavoce Marco Gasparinetti in una lettera -. Abbiamo indicato due nomi che potevano corrispondere - Michele Bugliesi e il direttore dell'Ulss3 Giuseppe Dal Ben - invitando tutti (forze politiche e semplici cittadini) a presentare le loro proposte. Le primarie del centrosinistra sarebbero state auspicabili? - si chiede Gasparinetti -. Sono fra quelli che lo pensano, ma a condizione di essere organizzate in tempo e di avere una pluralità di nomi credibili da mettere in “competizione” su programmi». 

Tra i candidati civici emersi, una settimana fa il Gruppo25Aprile ha messo ai voti Michele Bugliesi e Giovanni Andrea Martini, quest'ultimo fondatore di una propria lista: Tutta la città insieme. Nell'elezione a voto palese il rettore è stato scelto a unanimità. «In Michele Bugliesi abbiamo trovato un interlocutore attento e propositivo - ha scritto Gasparinetti - con idee chiare e innovative e una visione di insieme che in altri non abbiamo mai riscontrato». Poco dopo promosso anche dal Pd, il rettore Bugliesi. Il Partito Democratico di Giorgio Dodi lo ha indicato come «nome potenzialmente in grado di fare sintesi». E subito dopo ai Sì si sono aggiunti anche quelli dei moderati: con Ugo Bergamo, Più Europa e Gian Angelo Bellati, che si è dichiarato vicino alla formazione europeista, Psi, Italia Viva, Italia in Comune.

«Non sappiamo ancora se Bugliesi sia il candidato scelto» è stato il responso di Un'altra città possibile, in piena fase di percorso decisionale-partecipativo sui programmi, che ha richiesto più tempo. Il No è arrivato dalle forze politiche del Nostro impegno per la città (Articolo Uno, Verdi, Rifondazione Comunista, Possibile, Sinistra italiana), che hanno ribadito, come ha fatto Giovanni Andrea Martini che ha preso le distanze dal Pd, di avvertire la necessità del metodo delle primarie per la selezione, spiegando: «Bugliesi non ha la cifra civica».

Da Un'altra città possibile sono emerse domenica scorsa tre donne candidato: Monica Coin, (Comitato ex Umberto I), Maria Rosa Vittadini, docente Iuav e Chiara Sabbadini dipendente comunale e sindacalista Cobas. I loro nomi sono stati portati al tavolo venerdì sera, 7 febbraio. «Adesso serve un lavoro sul territorio - secondo Giampietro Pizzo di Uacp (Un'altra città possibile) - Occorre che i candidati vadano nei quartieri per farsi conoscere, anche Bugliesi e anche Martini a questo punto, visto che si è dimesso dal Pd. Ogni forza politica e civica che intenda lavorare unita per la costruzione di una nuova amministrazione comunale proponga, sulla base del profilo un proprio candidato sindaco il quale sarà chiamato, a nome della realtà che lo esprime, a sottoscrivere un programma di minima che costituirà il terreno di discussione negli incontri pubblici. La nostra strada sarà la coalizione». Ma per completare questo iter occorrono settimane.

Un tempo che, secondo Gasparinetti è già scaduto, quello per la scelta del nome. Lo aveva scritto e lo ha sottolineato: «Oggi a Venezia è ufficialmente iniziato il Carnevale, ogni altro nome da qui alle Ceneri sarà considerato uno scherzo - dice e aggiunge - un'altra occasione persa. A partire da oggi ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilitá. Allo stato attuale non esiste un candidato in grado di mettere d'accordo». Aveva precisato di non voler mettere veti, ma quando le forze di sinistra, venerdì sera, da una parte hanno chiesto altro tempo, dall'altra hanno detto di voler lavorare ancora qualche giorno, ha affermato: «Non voglio essere ostaggio». Scrive invece Dodi: «La partecipazione è un'esigenza che condividiamo anche noi. L'esperienza dei 100 tavoli va proprio in quella direzione e da lì presto ripartiremo. C'è la convinzione che già lunedì il tavolo sul programma darà un risultato. Ci aggiorneremo mercoledì per una decisione definitiva. Nessun veto, ma bisogna fare presto».

Ugo Bergamo commenta: «Bugliesi è il candidato che preferiamo, qualcuno ha chiesto qualche altro giorno e non si nega perché stiamo facendo un percorso molto serio. Certo andare a discutere di tanti altri nome potrebbe essere divisivo». «Sto con le forze compatibili con il Sì al referendum (di separazione Venezia Mestre) - dice Bellati - oltre al nome conta anche la squadra, e sto cercando di portare assieme persone che vogliono un sindaco diverso ragionando su un programma, sulle persone e sulla squadra». «Di fronte a un candidato che ci trova tutti assieme andremo avanti con gli altri in una ampia alleanza civico progressista di sinistra che coinvolge il campo moderato», afferma Gabriele Scaramuzza di Articolo Uno. Michele Mognato torna a sottolineare la difficoltà di una scelta fatta senza le primarie perché, spiega, ora che di candidati ne sono stati proposti 4, come e chi decide? Da parte nostra aggiungere un nome avrebbe creato altra confusione. Ma non è detto che non si trovi un candidato che tenga insieme tutti».

«La partecipazione a un progetto civico rappresenta un’opportunità per la politica per arricchire i contenuti secondo le diverse sensibilità, per amplificare il messaggio, per rafforzarne la capacità di impatto. Oggi molto più che in passato un'alleanza tra forze politiche tradizionali e strutturate (i partiti) e nuove (le associazioni e più in generale le rappresentanze civiche) rappresenta un'opportunità concreta per superare la crisi di rappresentanza sulla quale si infrangono tante idee e prospettive - scrive oggi, sabato 8 febbraio, il rettore Bugliesi. L'indicazione ai partiti "di farsi di lato" assume nella lettera odierna i tratti di una collaborazione dove ci sia adeguato spazio per le civiche - Dobbiamo uscire dalla prospettiva del #gheapodemofar - conclude Bugliesi -  e condividere la visione di una città contemporanea, orgogliosa della sua storia e straordinarietà e capace di proiettarsi nel futuro, con la forza della partecipazione, con ambizione, leadership. Ma un progetto come questo ha senso solo se trova un'adesione ampia e unitaria. Purtroppo è del tutto evidente che quelle attuali non sono le condizioni per poterlo realizzare».

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