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Canile a San Giuliano, giovedì si comincia. Poi ci sarà il gattile

Associazioni rassicurate. De Martin tira dritto sul lascito economico che avrebbe dovuto finanziare la struttura: «Si sarebbero persi altri 15 anni». Dingo ed Enpa: «Speriamo sia la volta buona»

Un milione e 400 mila euro per il canile a San Giuliano: i lavori cominciano giovedì. È l'ingegner Marco Scattolin del Comune a spiegare il progetto lunedi pomeriggio in Commissione al Municipio di Mestre. Lavori aggiudicati a un consorzio di imprese padovane, il cronoprogramma prevede lavori per circa 6 - 7 mesi. «La realizzazione completa e definitiva del nostro programma ci rende soddisfatti - il commento del consigliere Matteo Senno -. Il canile provvisorio situato in un'area non urbanisticamente conforme e composto da strutture abusive creava problemi agli animali d'inverno e anche ai volontari». Ora le associazioni di volontariato, che intervengono in commissione, parlano a favore della sistemazione dei gatti, come a far presente che non si possono mettere in secondo ordine. A loro supporto prende la parola la consigliera Silvana Tosi, sempre in prima linea per la difesa degli animali d'affezione.

I volontari

«Ringrazio i volontari che si prendono cura delle creature abbandonate - esordisce - In base alla legge regionale 60 del '93 deve essere garantito il mantinimento dei cani vaganti e randagi del territorio e al sindaco spetta l'esercizio della tutela delle specie, vigilando sugli atti di crudeltà e sui maltrattamenti degli animali liberi in ambito comunale - ricorda -. Come intende questa amministrazione - chiede anche - affrontare e gestire la colonia felina nel canile di San Giuliano?». «C'è uno stanziamento di un milione e duecento mila euro anche per i gatti», la risposta del Comune. Per Tosi le cucce a San Giuliano, sempre compatibilmente alle esigenze espresse dalle associazioni che si prendono cura degli animali, andrebbero messe al riparo dentro al giardino dell'immobile Veritas.

L'urgenza

«Ci siamo sempre occupati del problema dei felini randagi - dice Marilena De Langes presidente Dingo Venezia - gestiamo il gattile comunale di Malamocco che risente dal fatto di essere molto decentrato rispetto al Comune. Serve una collocazione anche per il gattile, un rifugio o un'oasi per un insediamento adatto nella zona di San Giuliano. Abbiamo una enorme urgenza per gli stalli dei gatti randagi che devono essere censiti e servono controlli delle nascite, una parte - dice - che è sempre stata lasciata al lavoro del volontariato privato. Abbiamo bisogno di collaborazione con il Comune e con l'Ulss3. La legge regionale esiste però resta inapplicata». «Tutto finora si è basato sul lavoro dei volontari, compresi i fondi per le cure e spero che stavolta si sia giunti al termine del percorso per avere un canile che funziona, non un ricovero dove rinchiudere le bestie. Spero davvero che questo possa compiersi», dice Maria Caburazzi di Enpa Venezia - E per i gatti vogliamo capire come verranno fatte le casette: ce ne occupiamo da sempre sia a livello sanitario che per l'alimentazione».

Il progetto

Anche i gatti dopo i cani troveranno la loro sistemazione nel parco. Su questo garantisce ancora il tecnico del Comune, Scattolin, nonostante la presidente della quinta commissione, Lorenza Lavini, faccia presente che il felino non è nell'ordine del giorno. «Già nel 1988, tre anni prima che fosse prevista la realizzazione di un ricovero, me ne sono occupato - dice -. All'epoca, trascorsi 5 giorni senza segnalazione alcuna per un felino abbandonato, l'animale veniva gasato. La nostra struttura era stata pensata per tutelare 110 gatti. A San Giuliano vennero ricoverate centinaia di animali su 4 mila metri quadrati. Poi tutto fu spostato. Oggi, nella zona vicina al depuratore si è ipotizzato di fare la struttura per gatti». Ma spunta la questione del lascito.

La controversia

Faceva parte dell'interpellanza del consigliere Davide Scano. La somma doveva essere destinata alla costruzione del canile. Ma gli anni sono trascorsi e l'avvocatura non ha risolto il nodo legato alla possibilità di incamerare questa eredità nella disponibilità del Comune. «Non ho notizia dell'esito del contenzioso tra associazione e avvocatura civica», fa presente Scattolin. E Scano si arrabbia. C'era infatti un dubbio su chi fosse il destinatario dei fondi. Ma «il Comune ha deciso di tornare in possesso della propria area e utilizzare fondi pubblici per realizzare la struttura adibita a rifugio», dice Scattolin. Poi parla l'assessore Massimiliano De Martin. «Tre anni fa, senza il presunto lascito, non avremmo avuto i soldi. Ora abbiamo fatto un investimento da 1 milione e 400 mila euro per garantire la struttura, un investimento pubblico, non so quante amministrazioni avrebbero potuto farlo. E al proposito mi piacerebbe sapere perché fu comprata l'area per 800 mila euro dalle istituzioni precedenti e non c'è mai stata neppure una bozza per realizzare il canile».

Ultime fasi

Il progetto è completato, sarà consegnato giovedì, ed è costituito da due corpi: uno classico, con gli uffici e le strutture volute dal settore veterinario per astanteria, e un secondo corpo di fabbrica con un camminamento centrale e aree di ricreazione per i cani, coperte e scoperte, con insonorizzazione e maggior benessere per gli animali. «Il confronto con le associazioni e l'Ulss è stato fatto. Questo è stato un percorso che è iniziato con la partecipazione», alcuni esponenti di associazioni animaliste presenti in commissione non concordano su questa affermazione di Scattolin, manifestando contrarietà sul fatto di essere state interpellate, come la Lega Nazionale per la difesa del Cane, Venezia. «Scattolin ha dichiarato che si è confrontato con le associazioni. Quali associazioni?». Domanda di Tosi al momento senza risposta. Scattolin si informerà. 

L'Arca di Noè

«Ci siamo insediati nel luglio del 2015 - ricorda De Martin - la prima cosa fatta è stata l'ispezione al canile di San Giuliano, visto che la stampa ne parlava per le condizioni fatiscenti. C'erano più di 300 animali nello stesso spazio, pensato per 100. La zona, soggetta a vincolo della Sovrintendenza, non era idonea, non c'erano soldi. A febbraio-marzo 2016  si è riunita la commissione per dare garanzia alla tutela degli animali, soprattutto d'inverno. Si era pensato al trasferimento in un'altra struttura. Ma le associazioni si opposero. Avremmo potuto appaltare il progetto a chi si sarebbe accollato la realizzazione a spese proprie. Invece abbiamo fatto un percorso amministrativo e una destinazione urbanistica, con una variante. Trovati gli stanziamenti, messi a bilancio e progettato il canile e, nel giro di tre anni, in settimana con il canile comincia. Se ci fossimo attaccati al lascito avremmo atteso altri 15-20 anni. Questa amministrazione ha la forza economica per poterlo realizzare: la disponibilità attuale di 1176 euro a cane, all'anno, oltre al milione e 400». Per il gattile, continua l'assessore, non ci sarebbero problemi visto che «il sindaco ha parlato di Arca di Noè, pensando a tutti gli animali: nutrie, colombi, gabbiani (che tolte le immondizie si sono ridotti). Abbiamo censito 2 mila gatti (corregge la stima di Tosi che aveva detto 3 mila, in base ai dati delle associazioni) con 400 colonie provvisorie, e ci siamo già impegnati mettendo la capienza in bilancio».

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