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Città Metropolitana... Quale futuro per Meolo e per il Veneto Orientale?

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

Ciò che auspico è una decisione compatta da parte del Veneto Orientale -che possiede fra l'altro una sua specificità territoriale e culturale grazie alla legge 16/93- che deve per forza rimanere unito. Scegliere senza statuto e quindi con una Città Metropolitana senza spina dorsale, come oggi è, significa scegliere a scatola chiusa, e quindi non decidere.

 

Per propria definizione, il DL 95/12 prevede "l'invarianza dei servizi ai cittadini"; il salto di qualità sta nel sintetizzare questo aspetto primario del decreto, senza rendere la Città Metropolitana una mera riedizione dell'attuale provincia, ma rendendola più leggera, demandando ai comuni compiti che possono essere espletati dagli stessi, risparmiando ulteriormente, come per definizione del suddetto decreto. Questo passaggio si deve assolutamente legare alla conferenza dei sindaci del Veneto Orientale, che oggi, proprio per la modalità di rappresentazione all'interno del consiglio della Città Metropolitana, può renderlo più incisivo come merita.

 

Si ribadisce il dovere e la necessità per i comuni del V.O. di creare unità e rete nonché di far squadra per dare al nostro territorio la centralità, l'influenza e l'importanza che merita. Solo così avremo il peso politico necessario per far emergere nello statuto metropolitano la specialità del V.O. e soprattutto la sua centralità strategica nello sviluppo dell'area metropolitana. La qualita dello statuto metropolitano dipende dalla capacità di far squadra per tutelare gli interessi territoriali e dei nostri cittadini, non quelli propri o peggio di partito.

Giampiero Piovesan

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