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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Referendum, Brugnaro in tackle: "Antistorico, perderemmo tutto il nostro peso politico" VD

Il primo cittadino: "Spero che il ricorso alla Corte costituzionale permetta di discutere e delineare il futuro della Città metropolitana. Due città divise? E chi se li prende gli extracosti milionari di Veritas? Ci sono compensazioni costruite in 80 anni della nostra storia"

"Venezia diventerebbe Pompei e Mestre Prato. Ma ci vuole tanto a capire che politicamente perdiamo tutto quello che abbiamo?". Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, venerdì è entrato a gamba tesa in materia referendaria, argomento che ora anche il governo ha rimpallato alla Corte costituzionale per stabilirne o meno la legittimità: "C'è chi vuole dividere la città - ha dichiarato - io ora chiamo Minniti e gli dico 'ho bisogno di uomini in via Piave' e li mette. Ma ve lo vedete un eventuale futuro sindaco di Mestre che chiama il ministro? Lo mette in attesa e gli dice di parlare con l'usciere".

"Un sistema costruito in 80 anni"

Il primo cittadino ne fa un discorso di sistema: "E chi se li accollerebbe gli extracosti di Veritas in centro storico? Mestre di sicuro no. Questa - ha affermato - è una città in cui in 80 anni di storia si sono costruite con fatica compensazioni. Siamo nati con quest'ultime. E di Actv? Che mi dite di Actv? E il Casinò? La licenza ce l'ha Venezia, gliela concederebbero a Mestre? Ci sarebbero due sindaci, chi l'ha detto che si metteranno d'accordo? E se si facessero la guerra?". Una lunga serie di interrogativi per mettere all'angolo i referendari. La visione di Brugnaro, come noto, è ben diversa: "Noi stiamo lavorando per unire, la loro è una strada antistorica. Poi - attacca - Dovrebbe esserci una legge per cui tu il referendum lo fai una volta sola. Sia ben chiaro: se vince la separazione non si torna più indietro e rimarremmo nelle pastoie per i prossimi 20 anni. Io devo difendere la Città metropolitana, perché per me è questa la prospettiva giusta. La legge Delrio è chiara, dal punto di vista giuridico la consultazione non sta in piedi. Ci ha dato ragione anche l'avvocatura dello Stato".

Il futuro delle Città metropolitane

Un dibattito giudicato "dannoso" dal titolare di Ca' Farsetti, che però vede nella richiesta di un parere della Corte costituzionale da parte del governo la possibilità di fare chiarezza sul futuro della Città metropolitana: "Grazie a questa mossa, scattata ora per soli tempi tecnici - conclude - forse si potrà discutere e far chiarezza sul futuro e sugli effettivi poteri della Città metropolitane. Si parlerà di Venezia ma si parlerà anche dell'organizzazione amministrativa dei prossimi decenni del nostro Paese".

I referendari: "Brugnaro sbaglia"

Parole che hanno indotto Stefano Chiaromanni, rappresentante del Movimento Autonomia di Mestre, a controbattere: "Sulla possibilità che ci siano due primi cittadini a Mestre e Venezia che potranno finalmente fare gli interessi delle rispettive città anziché dei soliti potentati politico-economici, non ci pare una prospettiva da disprezzare - ha affermato - la vittoria del "Sì" comporterebbe la decadenza automatica sua e della sua giunta, per lasciare spazio a due amministrazioni che per legge saranno meno costose, meno sprecone e più vicine ai cittadini".

Cinque Stelle: "Il referendum si faccia"

Pro referendum i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, a ogni livello: "Siamo allibiti da quest’ennesimo tentativo di sottrarre diritto di sovranità e governo a noi cittadini e ai nostri territori - dichiarano i parlamentari Orietta Vanin, Arianna Spessotto e Alvise Maniero, oltre che i consiglieri comunali e la consigliera regionale pentastellata, Erika Baldin - Come abbiamo sempre detto, non vogliamo schierarci per la separazione o meno, ma per l’autodeterminazione delle persone. È da mesi che chiediamo insieme ai comitati promotori del referendum lo svolgimento di questa consultazione, che, ricordiamo, è stata promossa da 9mila persone ed è quindi una richiesta che viene dal basso". I Cinque Stelle puntano il dito su tempi e modalità: "Avremmo potuto votare a costo zero in concomitanza del referendum per l’Autonomia del Veneto o il 4 marzo - Adesso che il presidente Zaia si è trovato costretto ad indire la consultazione perché diffidato formalmente dai promotori, 'i piani alti' hanno trovato un ennesimo escamotage, il conflitto di attribuzioni Stato-Regioni per far slittare ulteriormente la data. Invece la norma parla chiaro e la competenza della Regione in materia di divisione territoriale, che è sancita dalla Costituzione, fonte normativa madre del nostro ordinamento, non è certamente superata da una legge ordinaria. E' solo l’ennesimo tentativo di temporeggiare e impedire l’espressione dei cittadini. Il nostro impegno sarà per modificare la norma e garantire l'esercizio democratico del referendum.

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