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Politica Lido / Lungomare Gabriele D'Annunzio, 2000

Ospedale al Mare: «Avanti la riqualificazione». Dubbi dalle opposizioni, «tanta fretta»

Quinta commissione lunedì a Ca' Farsetti per l'esame della variante con albergo e resort privati e il finanziamento di Cassa depositi e prestiti. Cittadini centrati sui servizi sanitari e la partecipazione

Quinta commissione consiliare lunedì 2 marzo a Ca' Farsetti per l'esame della delibera, approvata in giunta: provvedimenti per la riqualificazione e il rilancio dell’isola del Lido. È la variante 53 al Piano degli interventi per le aree dell’ospedale al Mare, della Favorita, delle zone cimiteriali, delle spiagge e del monoblocco. C'è il comitato a difesa della sanità veneziana in fondo alla sala, con il portavoce Salvatore Lihard, sindacalista della Cgil, e alcuni cittadini. Vogliono essere sentiti. Del resto la critica da sempre rivolta all'Amministrazione comunale è di aver presentato il progetto «a porte chiuse», a giugno del 2019. Fece seguito la manifestazione sull'isola anche con il presidente di Municipalità Danny Carella. La variante, spiega l'architetto del Comune Vincenzo De Nitto, prevede il complesso turistico-ricettivo con una scuola internazionale di turismo all'interno, attraverso la riqualificazione del monoblocco. L'ex padiglione Rossi (monoblocco) verrebbe demolito con il mantenimento dei servizi sanitari oggi presenti e della piscina coperta nelle nuove strutture del resort, con spazi verdi e parcheggi. Il teatro Marinoni e la chiesa di Santa Maria Nascente, che si trovano all’interno del complesso, verrebbero recuperati, mentre la spiaggia antistante l’ex ospedale sarebbe risistemata e tutelata, in base al dettato della Soprintendenza, del ministero dell'Ambiente, e del ministero dei Beni culturali. Al posto dell'ex ospedale sorgerebbe un albergo gestito dal gruppo Th Resorts e il resort gestito da Club Med: 525 camere, 132 milioni di euro (9 dei quali in opere di urbanizzazione) finanziati da Cassa depositi e prestiti.

Progetto ex ospedale al Mare del Lido-2

Il monoblocco

Spiega l'architetto De Nitto che, «per il monoblocco bisognerà trovare accordi con il demanio che è proprietario. L'idea è quella di demolire il padiglione e ricollocare all'interno del compendio dell'Oam tutti i servizi sanitari». Ma secondo Lihard, «a meno che il demanio non lo trasferisca a Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) senza nulla in cambio, serve una buona parte delle risorse che Cdp intende investire, per acquistarlo - cosa che sostiene ancora - anche se infastidisce - dice - . La Cdp ha 132 milioni. Occorre prevedere l'abbattimento del padiglione, il trasferimento dei servizi sanitari in un compendio da restaurare, la sistemazione di 17 padiglioni per Th Resorts e Club Med e la costruzione dell'albergo sulla stessa direzione di spiaggia. I 132 milioni - per Lihard - non bastano. Mi insegnarono, quando nel '79 studiavo architettura - continua mentre interviene in Consiglio - che la variante si fa quando c'è un progetto di massima. Sulla questione socio sanitaria del Lido la variante parla della riqualificazione, del mantenimento e miglioramento dei servizi. Ma allora nel protocollo d'intesa doveva esserci già anche la parte di Ulss3 su quel padiglione». Ad esempio se Ulss3 volesse vendere quegli immobili, dovrebbe metterli a gara, a partire dal loro valore originario (sperando non accada ciò che è successo con la Favorita, per cui la gara andò deserta in passato per due volte, pure eliminando le volumetrie esistenti per abbassarne il valore, ricorda l'assessore all'Urbanistica Massimiliano De Martin).

La riqualificazione

Il consigliere Maurizio Crovato fa sapere che il dg dell'Azienda sanitaria Guseppe Dal Ben intende incontrare i comitati e i cittadini del Lido, non appena il progetto avrà acquisito una più chiara definizione. L'incontro era stato chiesto anche dalla consigliera della Lega Silvana Tosi. «Almeno diventerà chiaro se davvero il parcheggio verrà costruito dentro l'ex ginecologia», dice Lihard. Infatti, «oggi davanti al monoblocco c’è spazio per 80 automobili, per le ambulanze, per le macchine del personale e dell'assistenza domiciliare e infermieristica. Altrove possono essere garantiti?». Va anche trovata, come il comitato ha sempre ribadito, una degna sistemazione per il centro di salute mentale, «oggi mero ambulatorio di consegna di medicinali. Anche in un posto alternativo va bene - si dice - l'importante è che queste persone possano vivere la loro infermità sul territorio e nella comunità, non nascoste al mondo».

Ambiente e arenili

Il punto è che non c'è un progetto definitivo, come dice l'architetto De Nitto, perché quello che c'è è solo una linea di massima. «Il Consiglio approverà la convenzione per gli interventi». Di fatto però, sostiene Crovato, «per la prima volta dopo tanto tempo si sente la parola riqualificazione per il Lido». «Un termine abusato - afferma il consigliere Renzo Scarpa - Era riqualificazione anche il progetto per realizzare al Lido la più grande darsena del Mediterraneo, poi abbandonata per l'impatto ambientale. Ho confrontato la situazione attuale con il progetto: c'è una sostanziale limitazione del verde che si vede a occhio nudo. Si stanno realizzando consistenti strutture turistiche e ricettive, con la ragione della creazione di posti di lavoro, ma che posti sono? Sono compatibili con i trasporti? che impatto hanno sul numero dei residenti?». «Alla prossima commissione servirà la presenza di esperti di ambiente - dice la capogruppo Pd in Consiglio Monica Sambo - per gli arenili, ad esempio, è zona Sic (sito di interesse comunitario)? Qualcuno dovrebbe spiegare l'intervento dal punto di vista ambientale». Mentre il consigliere di Municipalità del Lido e Pellestrina Alessandro Strozzi lamenta le tempistiche definendole «esageratamente brevi», per la presentazione delle osservazioni, utilizzando un termine (ridicolo) che l'assessore De Martin ritiene offensivo «tra pari», invitandolo in futuro «a regolarsi». 

La variante 

«Se il rendering prevede la conservazione dello skyline della vegetazione, ma leggendo la variante l'arenile prevede uno o più stabilimenti balneari, non cambierà l'impatto paesaggistico? - Si chiede La consigliera Sara Visman dei 5 Stelle -. Togliendo il monoblocco dovrebbe essere ancora più aperto lo spazio, ma se prevediamo uno o più stabilimenti questo va a cozzare con ciò che viene proposto». L'importante è che «si tengano in considerazione i punti di vista della cittadinanza - per il consigliere Scarpa Marta -. Anche se si tratta di una variante del progetto del commissario Vincenzo Spaziante», delegato del governo Berlusconi per la realizzazione del palazzo del cinema e di altri interventi per il rilancio del Lido. La raccolta delle osservazioni è la promessa-concessione che De Martin fa prima di chiudere la seduta.

La Favorita

Punto forte della variante - conclude l'assessore all'Urbanistica - è la riqualificaizione della Favorita. «È stata inserita dentro alla scheda dell'Oam. Prima non c'era. L'abbiamo messa in campo noi - dice De Martin -. Abbiamo trovato il bene in cartolarizzazione (prima non era trasferibile e poi lo è diventato). Questa Amministrazione lo ha messo in sicurezza fino al 2022 (per non metterlo in vendita). Vogliamo riconsegnarlo al territorio. Lo abbiamo svuotato della cubatura. Ma siccome questa gestione comunale non fa più spese oltre le sue capacità, e quindi non lo compra, se qualcuno interviene per prenderlo in gestione gli diamo il 25% in più per i servizi. Bisogna infatti recuperarlo e servono molte risorse, sia dal lato dell'accesso all'ospedale che dall'altra parte. Per noi la Favorita è ancora più importante delle aree su cui c'è l'interesse del gruppo Cdp».

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