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Brugnaro: «Chiuso il Paese. Ora lo Stato si prenda la responsabilità di pagare il conto»

«Manca esperienza di gestione di entità complesse. Qui la capacità c'è. Chiamateci, ma non quando è tardi. Cinque miliardi non bastano, ne servono 10 o sarà crisi di liquidità. Al più presto bond europei»

Interviene in diretta Facebook il sindaco di Brugnaro lunedì mattina per rendere conto degli interventi messi in atto in questo primo mese di emergenza coronavirus dal Comune. Dalla sanificazione di strade, piazze, manufatti, immobili e mezzi pubblici (con cloro a bassa concentrazione) agli aiuti più immediati alla popolazione più fragile ad opera dei volontari della protezione civile. «Abbiamo lavorato per coordinare le partecipate, i musei, il casinò, in silenzio e senza fare proclami», risponde il primo cittadino lagunare a quanti nei giorni scorsi ne avevano commentato l'assenza. E sui trasporti, precisa l'assessore Michele Zuin che è seduto a fianco al sindaco, «si è cercato di tenere in piedi l'azienda nonostante le difficoltà, e salvaguardare i posti di lavoro». Quindi i dipendenti sono stati messi in ferie, poiché è previsto che vengano scaricate prima di accedere agli ammortizzatori, poi il Comune farà ricorso alla cassa integrazione. Ed è qui che per Brugnaro i conti che fa il governo, quando stabilisce una misura di 5 miliardi di euro, «non tornano. Ne servono almeno 10», dice il sindaco. 

I conti e la liquidità

«Sono filogovernativo. Ma al governo mancano esperienze di gestione di entità complesse - dice il primo cittadino lagunare - Qui la capacità c'è. Chiamateci. Siamo pronti a metterci a disposizione, ma non quando è tardi - e sulla cassa in deroga (per cui bisogna prevedere almeno 12 mesi) -: non tornano i conti - afferma Brugnaro - Non sono contrario alla chiusura, ma dico che si deve avere la responsabilità di pagare il conto. Bisogna sapere cosa costa un provvidimento di questo tipo all'Italia. Qualcuno ne ha una idea? Siamo convinti che se ci sono 20 milioni di lavoratori, circa, e ne abbiamo fermati 10, a mille euro a lavoratore, sono 10 miliardi al mese. Il governo deve mettere le cifre e disporre di queste risorse. All'Europa dico: emettere eurobond, garanzie e liquidità. Ci sediamo con il governo per fare i conti e costruire un manovra economica che abbia i numeri per dare certezze. L'Europa - dice - deve stampare moneta e noi dobbiamo andare in Europa con i conti e le previsioni concrete. Altro che il click day per le partite iva a 600 euro una tantum. Ci avevano provato a innescare una guerra tra poveri. Per fortuna il meccanismo è stato interrotto in tempo. Invito il governo - aggiunge - a ricordarsi dei 150 milioni della legge speciale che stiamo attendendo. Perché bisogna già costruire il dopo crisi. Non possiamo bloccare i lavori pubblici, la Zes, il Mose, le bonifiche. Tra due, tre settimane questa cosa è finita, vediamo di non distruggere tutto». 

Tasse locali e sostegno

Il governo non ha previsto un blocco delle imposte locali, ma il Comune di Venezia già con delibera del 28 febbraio ha spostato la scadenza della prima rata Tari dal 16 marzo al 16 maggio. «Si farà fronte a spese dell'amministrazione. Fortunatamente avevamo efficientato il bilancio. Ma il governo avrebbe dovuto ascoltare i sindaci. Non mi è stata fatta neanche una telefonata», dice Brugnaro. La tassa d'ingresso, che doveva entrare in vigore a luglio nella città di Venezia, è stata sospesa al momento. «Ora pensiamo - conclude il sindaco - a un servizio di sostegno psicologico e a creare un contatto con i bambini per dare una mano ai genitori. Vedremo se troviamo preparatori atletici magari della Reyer per far fare esercizi ginnici da casa e tenerli impegnati con delle attività. Le restrizioni sono importanti e il periodo è lungo».

Le repliche

«Se questo è essere filogovernativi - commenta l'onorevole e consigliere comunale Nicola Pellicani - Brugnaro è intervenuto su Facebook per contestare tutto, dopo aver detto che non avrebbe fatto polemiche. I cittadini comunque sanno che il Pd si è caricato sulle spalle la guida di questa fase d’emergenza mettendo al primo posto la salute e la salvaguardia dei posti di lavoro. Non sarebbe meglio in questa fase emergenziale giocare davvero in squadra con il governo? Caro Brugnaro, ci sarà tempo per la campagna elettorale». Critica anche la consigliera Elena La Rocca dei 5 Stelle. «Tirato da noi e da più parti per la giacchetta il sindaco ha finalmente fatto sentire la sua voce. Una conferenza di due ore in cui ha parlato a 360 gradi di tutto tranne che di quello che effettivamente poteva servire ai cittadini. Non sapeva nemmeno lui quante mascherine siano arrivate in Comune, non ha spiegato come e dove saranno distribuite (fatte salve le strutture ospedaliere e Ipab) e, beffa su beffa, con confezioni aperte e con quantitativi differenti. Ma a chi si deve rivolgere e dove il cittadino per ricevere le mascherine?». «Un intervento che arriva in ritardo di settimane. Altri sindaci informano giornalmente i cittadini. Brugnaro non ha fornito dati: nel comune quanti contagiati, quanti nuovi oggi, quanti guariti, quanti deceduti, possibilmente con le situazioni dei singoli territori. Poi notizie utili: quali negozi sono aperti, chi fa consegne a domicilio? Si è limitato a un elenco, peraltro confuso e vago, di quello che avrebbero fatto. Grandi e frequenti ringraziamenti a tutti, ma il Comune cosa ha fatto?», scrive Giovanni Andrea Martini, presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano.

Le interrogazioni

Una interrogazione arriva dalla capogruppo Pd in Consiglio comunale Monica Sambo e dal capogruppo Pd in Consiglio di Municipalità di Favaro Veneto, Alessandro Baglioni. «Siamo stati contattati da cittadini che chiedevano informazioni in merito alla possibilità di ricevere la spesa e le medicine al proprio domicilio, in particolare per le persone anziane o in difficoltà. Nei giorni di scorsi abbiamo verificato che è possibile chiamare lo 041041 (servizio Dime), confermato anche dal comandante della Polizia Locale Marco Agostini, ma il servizio non è in alcun modo pubblicizzato sul sito istituzionale del Comune né in altri luoghi pubblici. Riteniamo fondamentale istituire e pubblicizzare al più presto un numero legato all’emergenza, anche per evitare possibili truffe a danno degli anziani».

Il sociale

Sul sociale è intervenuto l'assessore Simone Venturini, anche lui accanto a Brugnaro in conferenza. «Alle persone più fragili andavano garantiti i bisogni primari, l'igiene personale, l'alimentazione - ha spiegato - Ci sono anziani non autosufficienti, 1000 ogni giorno che hanno bisogno dell'intervento degli operatori socio-sanitari. Un lavoro importante anche quello nelle case di riposo: 2.600 anziani nel territorio. Vanno tenuti in sicurezza, al riparo dalle situazioni di rischio. E devono comunicare con i familiari, attraverso i dispositivi che sono stati messi a disposizione». Garantita l'assistenza a domicilio ai bambini disabili e già 100 famiglie hanno aderito a questa possibilità. Ora si stanno distribuendo nelle case di riposo mascherine e dispositivi di protezione. Senza dimenticare l'estrema marginalità, ovvero le persone senza dimora. «Alcuni servizi sono stati assicurati, ne stiamo pensando altri».

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