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Confronto televisivo fra Baretta e Brugnaro, cosa hanno detto e le reazioni

La Tv: «Non abbiamo finora ricevuto nessuna altra richiesta per un dibattito»

Un confronto pacato quello televisivo di domenica fra il sindaco uscente Luigi Brugnaro e il candidato Pier Paolo Baretta. Il secondo aveva sfidato il primo a un dibattito lasciando a lui la scelta del posto e delle modalità, dopo la mancata partecipazione in Rai, e l'invito è stato colto. Il primo a parlare delle motivazioni della candidatura è Brugnaro. «Cinque anni fa era grave la condizione in cui si era venuta a trovare la città. Ho chiesto a tutti di aiutarmi. Sottolineo la passione con cui ho lavorato in questi anni - afferma - E ora voglio consolidare il talento e il merito per amministrare nei prossimi decenni. Voglio lasciare la città in buone mani, ho già iniziato a costruire la nuova classe dirigente». «Asfaltare non è governare - attacca Baretta - Venezia ha bisogno di una strategia, di una visione. Siamo di fronte a una scelta. Quantità o qualità e su questo dobbiamo confrontarci. Penso ci voglia un Comune direttamerte in rapporto, in contatto con i cittadini. L'accentramento dei poteri è un errore. Penso alle associazioni, ai quartieri. Nella coalizione che sostiene Brugnaro c'è una componente molto forte che ha messo un'ipoteca: la Lega». 

Acqua alta e lockdown, proposte per il futuro

Baretta: «Questa città deve uscire dalle grandi difficoltà con idee oltre la monocultura turistica, anche se il turismo va rilanciato senza dubbio. Dobbiamo decidere cosa vogliamo fare di un grande polo industriale come Porto Marghera e penso che su questo si possa ambire a finanziamenti europei robusti. Venezia è artigianato, va rivitalizzato. Mestre città dell'innovazione: è bene che restino unite ma servono strategie finalizzate a ogni singolo pezzo della città». Per Brugnaro: «emergenze ce ne saranno sempre di più: serve un'amministrazione decisa e forte. Sede centrale vuol dire raccogliere proposte, ma se non arriva nulla di concreto la città si ferma. Le isole per molti anni sono state dimenticate. Dopo l'acqua alta è stato ripristinato tutto. Vivevo con gli stivali - dice - . Abbiamo fatto tutto con dignità e slancio e tutto ha ricompattato la città. Poi è arrivata la pandemia. I servizi essenziali sono stati comunque garantiti, ma servono ora grandi risorse e mi auguro che se Pier Paolo sarà ancora al governo, potremo contare sul suo aiuto».

Giustizia e sicurezza

«Serve una grande rigenerazione urbana. Abbiamo lavorato con un'idea di città che può vincere. Abbiamo messo in campo risorse per difendere il cittadino e tenere pulita la città - dice Brugnaro -. Abbiamo fatto cose concrete, al Lido abbiamo aiutato la Biennale con la chiusura del buco e la valorizzazione culturale. Io, se Pier Paolo non se la sente ad assumere come sindaco la cultura, dico è giusto, dia la delega a un assessore. Sono convinto che la cultura proprio perché è un bene prezioso, la debba tenere il sindaco che è garante dei cittadini». «Si tratta - replica Baretta - di come concepisci la gestione del Comune. Il sindaco è presente nelle occasioni culurali, non c'è dubbio, ma quando dico che bisogna nominare un assessore è proprio perché c'è bisogno 24 ore su 24 di occuparsi di questo tema per la città. Lo stesso vale per l'assessore al commercio e all'industria. Sulla sicurezza devo dire che è uno dei punti più negativi dell'amministrazione uscente. Ci vuole coordinamento delle forze dell'ordine, controllo del territorio integrato e più risorse, aiutando anche i commercianti».

Turismo

Per Baretta, «Venezia senza turismo muore. Ma occorre regolarlo con un sistema di prenotazioni obbligatorie e serve un piano di promozione della città basato sulla cultura, fermando gli alberghi. Non di solo turismo può vivere la città, servono tutte le altre risorse del territorio. Porto Marghera era monocultura indistriale della città, ora accade una cosa analoga per il turismo. Sviluppiamolo, facendolo diventare di qualità ma con delle regole e immettendo altre attività nel sistema». Brugnaro, replica: «se vogliamo regolarizzare i flussi occorre iniziare a farlo. Per ridurre le presenze basta fare un cancello con la chiave per tutti. Gli aventi diritto sono residenti e studenti e poi i visitatori che prenotano. Chiediamo al governo che le affittanze turistiche vengano limitate nel tempo, con un massimo di giorni all'anno, come in altre città europee. Vorrei ricordare che abbiamo cablato la città, centro storico e terraferma, e che questo darà opportunità e funzioni lavorative. Una grande organizzazione ha bisogno di un sistema di impresa. Il Comune dovrà essere amministrato con l'organizzaaione di una società per arrivare a un efficientamento e non ci devono essere sprechi».

Futuro

«Il turismo è degenerato è vero. È una sfida che dobbiamo vincere e dobbiamo trovarci uniti su questo - dice Brugnaro - come sui trasporti. Ho proposto ad esempio per i residenti di Burano un diverso modo di raggiungere la terraferma, che altrimenti porta via 40 minuti di navigazione. Se riuscissimo a sistemare il canale che arriva al Montiron da Burano la gente ci metterebbe un quarto d'ora in una logica di grande città metropolitana. Abbiamo fatto e continueremo a fare proposte. Ma occorre scaricare a terra questa progettazione. Bisogna sporcarsi le mani e fare le cose». «Non ho governato io in questi 5 anni - risponde Baretta - Se a Marghera è tutto bloccato e se la sicurezza non funziona, l'interlocutore ce l'abbiamo qui vicino. Una città a misura di nuova generazione deve essere europea, con grandi spazi organizzati come San Giuliano. Penso a una città a misura di famiglie e anziani, ma anche dei piccoli: le mense scolastiche possono essere gratuite».

Venezia e la sostenibilità

«Venezia città di mare è esposta al cambiamento climatico: l'ambiente va affrontato in tutte le caratteristiche. Basti pensare a Forte Marghera, Campalto, San Giuliano come a un waterfront che tutto il mondo ci invidierebbe. Ma anche i Forti, gestiti in modo aperto, come polmone della città. Su questo l'Europa ci può aiutare e può dare quel senso di svolta per i cittadini, un'idea ambientale applicata all'industria. Marghera può diventare un grande incubatore di industria innovativa e green, basta guardare all'idrogeno, nuovo propulsore, e al digitale. Per questo sostengo un'agenzia che prenda in mano la situazione, con Mestre centro direzionale». Brugnaro dice, «posso già dire che l'idrogeno è il futuro e che il primo distributore lo farà l'Eni vicino al Taliercio. Queste sono cose reali come la pulizia della città e della laguna, dei fiumi. Sto cercando di dire che ognuno deve rispondere di quello che fa e che oltre al pensiero la gente vuole i fatti. Preciso infine che sulla sicurezza abbiamo proposto per i reati minori una legge sul giudice di pace penale per consentire di tenere dentro la gente almeno per una notte, chi si ubriaca ecc. Permetterebbe di scaricare la giustizia, ma serve una legislazione nazionale. Quello che abbiamo fatto non basta? - Dice Brugnaro - È vero, ma serve una mano anche da Roma nell'interesse di tutti».

Il voto

 «Oltre un miliardo a Venezia è arrivato, serve rifinanziare la legge speciale non di anno in anno ma in maniera strutturale. Attenzione dico - afferma Baretta sull'agenzia per la laguna - sta partendo una batteria di emendamenti. Ma la legge speciale rende conveniente per Venezia avere il governo dentro e vicino alla città. Non mettiamo in moto un meccanismo di antagonismo. Più governo abbiamo dentro, più abbiamo risorse. Il governo deve essere coinvolto per considerare Venezia per quello che è». Baretta invita ad andare a votare e dice: «Ci vuole un cambio di passo, un salto e un sistema di relazioni che consenta alla città di raggiungere i risultati». Brugnaro conclude: «Ci sono alleanze più o meno furbastre che hanno bloccato le bonifiche, il protocollo fanghi, che hanno impedito alla gente delle isole di mettere a posto le case. Ringrazio invece tutti quelli che mi hanno sostenuto».

Le critiche

Mentre Brugnaro si dice soddisfatto del confronto, e Baretta non si esprime, gli altri candidati puntano il dito contro. Già all'ingresso non mancano le contestazioni. Il candidato capolista a Venezia del Partito dei Veneti Alessio Morosin ha affrontato il direttore di Televenezia. «È mancato il rispetto delle regole. Infatti, se i due signori avessero fatto un incontro liberamente organizzato altrove, nessuno poteva dire nulla. Essendo invece stato trasmesso con mezzo di pubblica informazione, ha generato uno squilibrio fra diritti dei candidati a danno dei cittadini. Abbiamo anche fatto presente a chi ha accettato questo meccanismo distorto di confronto, cioè al sottosegretario Pier Paolo Baretta, che da lui ci saremmo aspettati una scelta democratica e un rifiuto di questa modalità», scrive. Anche Stefano Zecchi candidato sindaco è all'ingresso della Tv. «In trent'anni di frequentazione della televisione non ho mai assistito ad una violazione così grave della democrazia della comunicazione. Brugnaro ha tirato dritto e non ha avuto nemmeno l'educazione di rispondere alla mia domanda quando mi è passato accanto: "Lo fai anche con me il confronto?”, Baretta ha scaricato la responsabilità dell'esclusione degli altri candidati sull'emittente, ma non sarebbe dovuto entrare in trasmissione». Per il candidato sindaco Marco Gasparinetti, Brugnaro e Baretta sono: «due facce della stessa medaglia, vestiti uguali, che si scambiano complimenti a vicenda. Si sono dati di gomito tutto il tempo dell'amichevole "colloquio" (come l'ha battezzato il sindaco uscente). Completamente assenti famiglie, imprese e lavoratori che in questi mesi hanno sofferto le conseguenze anche economiche del coronavirus». Mentre per il candidato Giovanni Andrea Martini, «la violazione della par condicio ora Baretta la condivide con Brugnaro. Avevo scritto un messaggio personale e accorato a Baretta perché evitasse il confronto con Brugnaro. E il confronto ha dimostrato la volontà di non cambiare sostanzialmente nulla a Venezia. Di non sfiorare nemmeno i temi caldi. Adesso gli elettori sanno e possono capire perché ho così tanto insistito sulle primarie e il perché ho abbandonato il Pd». Domenica di attacchinaggio per Sara Visman, impegnata ad affiggere manifesti elettorali per la sua candidatura in città. «C'è chi fa i dibattiti all'amerrrigana e chi fa campagna old style fai da te». Infine la Lega replica a Baretta: «Per il sottosegretario abbiamo messo un’ipoteca su Venezia. La verità è che l’ipoteca sulla città l’ha messa per anni il suo partito nella gestione precedente a quella di Brugnaro. Il Partito Democratico 5 anni fa perse Venezia, città commissariata dopo l'arresto del sindaco di centrosinistra Giorgio Orsoni per la vicenda Mose. In questi 5 anni l’amministrazione Brugnaro ha recuperato una situazione difficilissima grazie al buon governo del centrodestra e della Lega».

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