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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Trenta enti condividono il contratto di area umida dal 2021. Saccà: «Aderisca anche Venezia»

L'interrogazione del capogruppo del Partito Democratico in Consiglio con tutta la minoranza perché l'amministrazione comunale entri a farne parte. «Coinvolge i firmatari sulle azioni per salvaguardare e valorizzare il delicato ecosistema»

Contratto di area umida per la laguna nord: uno strumento di governance partecipata delle comunità locali per gestire gli ecosistemi, che prevede un tavolo specifico su residenza e mobilità. «Venezia presenta una gestione complessa, con moltissime competenze e una situazione che ha come risultato quello di depotenziare le politiche che mirino alla salvaguardia ambientale. Per questo gli strumenti che permettono una maggiore collaborazione tra enti, istituzioni e associazioni dovrebbero essere sposati e sostenuti dal Comune di Venezia eppure, inspiegabilmente, ciò non accade».

Sull'accordo firmato da oltre trenta enti tra Comuni, istituzioni universitarie, associazioni, con 18 azioni per 76 attività specifiche, è intervenuto il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale a Venezia, Giuseppe Saccà. «Gli enti locali che partecipano al contratto di area umida per la laguna nord sono Musile di Piave, Quarto d’Altino, Jesolo e Cavallino-Treporti. Manca solo Venezia come Comune con competenza sull’area. E ci sono l'università dello Iuav, Ca' Foscari e di Padova al pari dei consorzi di bonifica con competenza sull'area: obbiettivo è individuare azioni da mettere in campo per salvaguardare e valorizzare il delicato ecosistema della laguna nord, che ora si avvia alla fase attuativa dei programmi d'azione».

Per Saccà, che ha presentato un'interrogazione con tutta l'opposizione unita, «dove gli interessi e la competizione tra funzioni è forte, il confronto di buone pratiche, idee e progettualità sono la sola strada percorribile. Chiediamo all'amministrazione comunale perché non abbia deciso fin da subito (15 luglio 2021) di partecipare a questa rete e, soprattutto, se la giunta sia intenzionata a porre rimedio ad una scelta che riteniamo sbagliata e che isola il Comune di Venezia».

Oltre a coordinare il progetto transfrontaliero, il gruppo di lavoro dell’Università Iuav di Venezia – guidato da Maria Chiara Tosi, docente di Urbanistica – è stato responsabile dell'elaborazione del contratto di Area umida scelto come esperienza pilota per la sua rilevanza a livello locale, regionale, nazionale e internazionale. Il percorso per la costruzione del contratto è stato avviato a settembre 2019 con una serie di incontri nei principali Comuni dell’area: Musile di Piave, Venezia, Quarto d’Altino, Jesolo, Cavallino-Treporti. Il lavoro è proseguito con momenti di ascolto, partecipazione pubblica e negoziazione, anche attraverso tre tavoli di lavoro, dedicati a: tutela ecologica e idromorfologica e gestione del moto ondoso, attività produttive e ricreative, agricoltura, caccia e pesca, promozione e accoglienza turistica, residenzialità. L’adesione è ancora aperta, anche dopo la sottoscrizione. 

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