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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Il dottor Flor replica ai sottosegretari Pd: «I posti letto e le rianimazioni ci sono e sono reali»

Il direttore generale della Sanità del Veneto: «Stamattina alle 8 avevamo 50 posti letto di terapia intensiva vuoti e liberi, sui 698 regionali»

«Siamo in grado di avere a disposizione posti letto sia in area non critica che in terapia intensiva negli ospedali veneti, se necessario. L'andamento generale della pandemia è costante. Nessun reparto è stato sacrificato». Replica così, alle richieste di chiarezza fatte ieri in conferenza congiunta dai sottosegretari del Pd, il neodirettore generale della sanità veneta Luciano Flor, dalla sede della protezione civile di Marghera, oggi, 29 dicembre. Achille Variati dell'Interno, Pier Paolo Baretta dell'Economia e Finanze e Andrea Martella della presidenza del Consiglio, si sono rivolti a Zaia chiedendo di dichiarare se i numeri «tondi» dei seimila posti letto e delle mille terapie intensive sarebbero riferiti anche al personale specializzato disponibile, che «non può essere tolto da altri reparti e causare una situazione di stress al sistema sanitario veneto». La replica è arrivata dal dottor Flor.

Terapie intensive e apparecchiature

«Il dato di mortalità per Covid regionale nostro è allineato a quello di tutta l'Italia settentrionale. I dati di mortalità li pubblica quotidianamente il ministero e sono pubblici e non sono segreti. Ci sono periodi in cui la rianimazione ha un tasso più elevato, in alcuni territori e allora la pressione locale aumenta, ma non è un dato generale che riguarda tutti i reparti per ricoverati in condizioni critiche del Veneto. Abbiamo più di mille ventilatori e monitor negli ospedali. Sappiamo dove sono e sono reali. Ne stiamo utilizzando 700 nei letti di rianimazione, senza considerare i letti di subintensiva che sono pur dotati di monitoraggio e aspiratori e sono pronti a essere attrezzati con i tubi dell'ossigeno delle intensive in caso di necessità. Nell'ipotesi disastrosa di attivare 1000 posti di intensiva, ne abbiamo già qualche centinaio pronto in semintensiva dove ci sono tutti i macchinari. Ulteriori 110 -111 sono attivabili dalle sale operatorie, ma non serve chiudere tutto per averli. Ad oggi gestiamo 700 posti in rianimazione e qualche centinaio in subintensiva».

Personale

«Il personale, che se troviamo da assumerne lo prendiamo, in base al piano regionale, già depositato al ministero della Salute, se necessario dobbiamo ricavarlo dalla conversione di altre attività che sono in prevalenza sale operatorie - ha continuato Flor -  Il piano ci obbliga a riconvertire personale. In questo caso l'attività ospedaliera sarebbe ridotta al collasso, ma per arrivarci dovrebbe raddoppiare il numero dei malati attuale. Sorprende che qualcuno non sappia l'iter che abbiamo fatto per la preparazione del piano e consegnarlo. Le apparecchiature ci sono, sono fisicamente disponibili e presenti nei presidi».

I tamponi rapidi

La regione, per Flor, non solo non ha mai negato i numeri e ogni giorno rende conto dei tamponi che fa. I 20 mila molecolari giornalieri del Veneto sono refertati entro 24-36 ore. «Molti di quelli sono sprecati perché servono per validare i tamponi rapidi, che sono oltre 30 mila al giorno. La legge però quello prevede. Vero è che abbiamo una percentuale alta di positivi al tampone. Ma noi sui 3000 pazienti al giorno abbiamo la maggior parte rilevata ai tamponi rapidi. Non c'è alternativa ai tamponi rapidi. Qual è? Attendere per giorni i referti dei molecolari ed eliminare i rapidi? Siamo in grado di fare anche 20 mila tamponi molecolari al giorno, comunque, e non li fa quasi nessuno», ha continuato il dirigente.

«Le terapie intensive le gestiamo con una logica regionale, con un piano di posti letto regionale. Può capitare l'ondata per una provincia e ricoveriamo in un'altra sede. Verona sta allestendo nuovi posti. Stamattina alle 8 avevamo 50 posti letto di terapia intensiva vuoti e liberi, sui 698 in Veneto. Nessuno resta senza cura - ha concluso - tanto meno senza rianimazione».

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