Il "Salva Venezia" a bagnomaria, non è inserito nel Milleproroghe
Stralciato l'emendamento per l'attenuazione delle sanzioni per lo sforamento del Patto di stabilità. Il premier Letta: "L'ok il prima possibile"
Niente decreto "Salva Venezia". Almeno per ora. Arriverà, assicurano da Roma. Intanto però Ca' Farsetti si trova a fare i conti con una chiusura d'anno decisamente tribolata. Le attenuazioni delle sanzioni indicate all'interno di un emendamento del decreto "Milleproroghe" in corso di approvazione in questi giorni, infatti, all'ultimo sono state cancellate. Niente emendamento, niente "Salva Venezia".
"La norma non ha potuto trovare collocazione nei due decreti in pubblicazione per l'esigenza di assicurare agli stessi snellezza e rigorosa omogeneità, ma si conferma la volontà del governo di inserire la disposizione nel primo provvedimento utile". Tradotto: così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lunedì sera non avrebbe firmato i decreti. Quindi si fa di necessità virtù. A Ca' Farsetti, dunque, toccherà aspettare il primo atto dell'esecutivo utile. Senza attenuazioni, infatti, sarebbero a rischio taglio gli stipendi dei dipendenti comunali e l'intera macchina dei servizi sociali e dell'istruzione potrebbe risultare compromessa. Gli investimenti poi sarebbero bloccati.
"La norma non inserita nel Milleproroghe, da tempo condivisa con il Comune, consente di riportare a equità la situazione determinatasi da un Patto di stabilità distorto dalle peculiarità del finanziamento della Legge Speciale per Venezia, pur in presenza di un bilancio comunale in perfetto equilibrio e di un costante controllo della spesa - dichiara il sindaco Giorgio Orsoni - Il suo inserimento nel primo provvedimento utile, come assicuratomi dallo stesso presidente, potrà garantire la corretta continuazione dell’azione amministrativa del Comune, che in mancanza di un tale intervento si trova a essere compromessa già dal 1 gennaio, in particolare nei delicati settori della sicurezza e dei servizi sociali".
