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Berlusconi "stacca la spina" a Monti, Città metropolitana su binario morto?

Il decreto di riordino delle Province potrebbe non essere convertito in legge dopo le prossime dimissioni del premier. I presidenti rimangono da "commissari", ma le Giunte verranno sciolte

Città metropolitana addio? Silvio Berlusconi "stacca la spina" al premier Mario Monti, ma non solo a lui. Anche a quel decreto sulla riduzione delle Province all'interno del quale si prevedeva la nascita del nuovo organismo di governo del territorio. Un emendamento presentato dal Partito Democratico, però, "sfida" in parlamento gli scettici della "Città metropolitana".

Anche se il decreto con ogni probabilità finirà su un binario morto, Marco Stradiotto, Tiziano Treu , Felice Casson e Paolo Giaretta introducono nell'emendamento la nascita della PaTreVe, la città metropolitana allargata a Padova e Treviso. In questo modo gli esponenti Pd cercheranno di far uscire allo scoperto quanti hanno remato contro questa soluzione.

In ogni caso se il decreto non verrà convertito in legge gli accorpamenti tra province (Verona con Rovigo e Padova con Treviso) non ci saranno. Si torna indietro all'ultimo decreto convertito, cioè al "Salva Italia", secondo cui verranno cancellate le Giunte provinciali, mentre i presidenti rimarranno con funzioni di coordinamento. Dal 2013 di fatto diventeranno dei commissari a capo di un Consiglio di dieci membri eletti dai Consigli comunali del territorio provinciale stesso.

Le funzioni dell'Ente si spalmeranno tra Regione e Comuni, con un possibile aumento dei costi di gestione, almeno secondo uno studio del Dipartimento delle Riforme del ministero della Funzione pubblica.

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