Grandi Navi, Torre Cardin e Fontego, Orsoni: "Noi non profaniamo la città"
Il sindaco risponde allo storico Settis che su Repubblica aveva attaccato Ca' Farsetti: "Diciamo anche no. Il Palais lo volevano più vicino a Venezia, sul Fontego aspettiamo la Soprintendenza"
Palais Lumiere, Fontego dei Tedeschi e grandi navi. Sono stati questi i grandi dibattiti che hanno diviso la città in questi mesi. Progetti e passaggi nel canale della Giudecca osteggiati da chi, come lo storico dell'arte ed ex presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali Salvatore Settis denuncia dalle colonne di Repubblica la "nuova moda dei potenti: profanare Venezia, in barba alle leggi e alle istituzioni".
L'ultima suo "cruccio" è il Palais Lumiere, torre di circa 250 metri progettata dallo stilista Pierre Cardin. Saranno 175mila metri quadri di appartamenti e centri commerciali a Marghera, in riva alla Laguna, per un investimento di 1,4 miliardi di euro. Tutti soldi privati. Diventerà, se l'edificio si farà, per forza di cose un "simbolo": sia per chi guarda alla modernità per riqualificare una zona, quella di Marghera, che cerca una rinascita, sia per chi guarda alle grandi opere a Venezia come a un "museo degli orrori". In questo caso a finire deturpato sarebbe la skyline del centro storico. Il sindaco Giorgio Orsoni, che nei mesi scorsi sul tema del restauro del Fontego dei Tedeschi con terrazza panoramica e scale mobili da parte del gruppo Benetton si era scagliato duramente contro Settis, stavolta ha toni più pacati, nonostante rimanga convinto, e ci mancherebbe altro, delle proprie posizioni: "Sull'accusa di tramutare i palazzi sul Canal Grande in centri commerciali, hotel e centri commerciali non è vero - spiega a La Nuova Venezia - a tanti abbiamo detto di no. La Torre Cardin, ad esempio, la volevano fare più vicina a Venezia. Abbiamo detto no. Ma non possiamo ingessare la città".
Sul fatto che il Palais possa deturpare il paesaggio e "colpire" duramente la città il primo cittadino dissente, forte anche di un voto in Consiglio comunale a larga maggioranza: "Non sono per niente d’accordo con lui sull’impatto della torre sulla città. Perché altrimenti non si potrebbe costruire nulla intorno a Venezia, neanche a Treviso e Padova - spiega - Certo, bisogna valutare bene. Ma io credo che la torre sia abbastanza lontana da Venezia, che si possa fare".
Per quanto riguarda il passaggio delle grandi navi nel Bacino di San Marco è di qualche giorno fa l'incontro con i dirigenti delle principali compagnie crocieristiche. In quel caso il sindaco Orsoni si era sentito dire dalle compagnie che anche loro non ritenevano il passaggio fondamentale. Quindi qualcosa si muove, nonostante la beffa del decreto "anti inchini", che cambia la realtà di tutta Italia meno che Venezia. Si sta lavorando per trovare un'alternativa: "Secondo me la soluzione migliore è spostarle a Marghera e farle entrare da Malamocco - continua Orsoni parlando a La Nuova Venezia - Ma non basta denunciare i problemi, bisogna trovare le soluzioni".
Il terzo fronte, quello del restauro del Fontego dei Tedeschi per renderlo un centro commerciale, è quello su cui si concentrano i pareri negativi della Soprintendenza ai Beni culturali e Mibac, per la terrazza panoramica su Rialto (che molto probabilmente non si farà) e le scale mobili nel chiostro (ritenute fondamentali da Edizione Property, controllata dal gruppo Benetton). Su questo punto il sindaco non entra. Il Comune ha incassato sei milioni di euro per il cambio d'uso dell'ex palazzo delle Poste. E solo per quello. Il primo cittadino sulle questioni architettoniche preferisce non esprimersi. Ca' Farsetti aspetta il parere della Soprintendenza, dopodiché ci si comporterà di conseguenza.
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