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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Grandi navi, Moretto: «Due punti di attracco entro primavera 2022». C'è il sì del Senato al ddl

Approvato con 175 voti favorevoli. La deputata veneziana di Italia Viva: «Tempi certi per il rientro delle crociere a Venezia. Stralciata la Vautazione di impatto ambientale per la manutenzione dei canali esistenti»

Il Senato ha approvato con 175 voti favorevoli il ddl di conversione in legge del decreto Grandi navi per la salvaguardia di Venezia, e disposizioni urgenti per tutelare il lavoro. I voti contrari sono stati 8 e un solo astenuto. Lo riporta Ansa. Il provvedimento ora torna alla Camera per la conversione in legge entro il 18 settembre. «Ha vinto la ragionevolezza per dare un futuro alla città», ha commentato la deputata veneziana di Italia Viva Sara Moretto.

Ieri sera la Commissione Lavori Pubblici del Senato ha approvato alcuni emendamenti. «È stata garantita la realizzazione di 2 punti di attracco entro la primavera 2022 e stralciata la Vautazione di impatto ambientale per la manutenzione dei canali esistenti - afferma Moretto - Da oggi inizia una gara contro il tempo per la realizzazione degli approdi a Marghera, così da riaprire il porto alle crociere. Monitorerò la situazione sul territorio ma ho fortemente voluto anche un report semestrale da parte del commissario per permettere al Parlamento di conoscere e intervenire su eventuali criticità che potrebbero rallentare il percorso. Non possiamo permetterci di perdere tempo», ha concluso Moretto.

«Importanti emendamenti sono stati approvati, con nostra soddisfazione», dice il senatore del Pd Andrea Ferrazzi, capogruppo dem nella commissione Territorio e Ambiente, che ha parlato un Aula al Senato per la dichiarazione di voto del Pd -. Nel breve periodo abbiamo ottenuto di potenziare i ristori per lavoratori e per tutte le imprese che direttamente e indirettamente vengono colpite da questo decreto. Nel lungo periodo abbiamo ottenuto di velocizzare l'iter del porto offshore, stabilendo che nel frattempo sarà utilizzata la soluzione degli approdi temporanei,  perché Venezia senza Porto non è nemmeno immaginabile, non solo un porto transitorio ma un Home-Port. Insieme con la realizzazione degli approdi temporanei, bisogna dare potere ai commissari di revisione e dunque estensione e integrazione delle concessioni; potere in ordine ai dragaggi che devono essere fatti secondo la normativa vigente; potere di realizzare le opere anche in varianza al piano regolatore portuale (previa verifica di assoggettabilità alla Vas come da Testo Unico dell'Ambiente). Inoltre abbiamo ottenuto che il piano morfologico e il protocollo fanghi siano approvati entro la fine di quest'anno. Molto importante anche la ripartizione dei fondi della Legge speciale per Venezia per il quinquennio 2020-2024 tra i Comuni contermini la gronda lagunare, per un totale di circa 40 milioni».

«Azzerato un intero sistema economico», tuona Raffaele Speranzon, capogruppo Fratelli d'Italia in Consiglio della Regione Veneto. «Non è possibile che per la decisione di allontanare le grandi navi dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca a pagare debbano essere i cittadini. Questa situazione azzera un intero settore economico e getta nella disperazione le aziende e migliaia di famiglie di lavoratori diretti e indiretti; a pagare le spese di tutto questo saranno ancora una volta i semplici cittadini. Ascoltando le minacce dell'Unesco, si è deciso di cancellare il settore crocieristico di Venezia. Tutto questo ha tolto il sonno a circa 5 mila persone occupate nel settore e porterà alla perdita di almeno 100 milioni di euro per i prossimi cinque anni. Venezia è una città viva e che vuole vivere, non deve diventare un museo o un monumento alla memoria», continua Speranzon. «Ora si dovrà procedere a ristorare le aziende, e ancora una volta chi dovrà pagare? Di certo non chi ha preso questa decisione per ideologia o per partito preso, ma i cittadini, che con il loro lavoro e le loro tasse vorrebbero uno Stato che sostiene le attività economiche e commerciali e difende i posti di lavoro e non certo un'entità che coscientemente decide di dare un colpo mortale a uno dei settori trainanti del Veneto e del nord est. Per colpa di questo blocco, si andranno a mettere le mani nelle tasche degli italiani per coprire solo in parte le perdite causate».

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