L'Arsenale "salvato" in Parlamento, ma è una vittoria vera o di Pirro?
Nell'emendamento al decreto sulla spending review cancellate le righe "contro Venezia". La parte sud dell'area però rimane alla Marina e le zone cantieristiche del Mose saranno gratis
Emendamento stracciato. Nel decreto sulla Spending review che verrà votato stamattina le sette righe che di fatto facevano passare la proprietà dell'Arsenale nelle mani dello Stato sono state cancellate. Ma è una vittoria? Di certo un passo in avanti, secondo i parlamentari Pdl e Lega Nord.
Il governo ha deciso di "rimangiarsi tutto" e mercoledì ha presentato i contenuti del maxiemendamento ai capigruppo in Senato. Stamattina il voto, su cui è stata posta la fiducia. Di fatto, quindi, l'Arsenale è salvo. Critico però il senatore Felice Casson del Partito Democratico, che in commissione aveva presentato un emendamento a immagine e somiglianza di quello partorito dal Consiglio comunale veneziano nelle settimane precedenti vedendoselo poi bocciato per un voto.
Il nodo del contendere rimane l'area destinata alla Marina Militare. La parte sud dell'Arsenale. Il senatore voleva che si inserisse il vincolo di "utilizzo istituzionale" di quell'area, allontanando quindi pericoli di speculazioni. Altro nodo del contendere la parte nord: si prevede infatti il suo passaggio al Comune, ma l'area cantieristica per il Mose rimarrà a utilizzo gratuito. Ca' Farsetti potrà intascare molto poco.
Secondo i parlamentari del Carroccio e del Pdl quanto inserito nel maxiemendamento sarebbe migliorativo rispetto a ciò che era stato bocciato in commissione. Il sindaco Giorgio Orsoni, invece, ha dichiarato ai quotidiani locali che "personaggi più potenti hanno fatto prevalere interessi di parte diversi da quelli della città".
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