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L'amministrazione comunale adotta il lavoro agile. Sindacati: «Con il contagocce»

La Rocca con Cgil, Uil, Csa, Diccap e Rsu: «Maestre a scuola senza alunni. Per i dipendenti degli uffici pubblici telelavoro per 3 giorni a settimana, inutile»

Il decreto del governo dell'8 marzo 2020, da lunedì sera esteso a tutto il territorio nazionale e ribattezzato «io resto a casa», non ha interrotto il lavoro negli uffici pubblici, ma ha raccomandato la diffusione del lavoro agile, o telelavoro. Solo qualche giorno fa sulla questione era intervenuta anche la Funzione Pubblica Cgil di Daniele Giordano, puntando il dito contro «un quadro inadeguato nel Comune di Venezia». All'appello si è unito con un intervento anche l'onorevole Andrea Martella: «Le indicazioni del governo, circa i comportamenti da adottare con scrupolo al fine di contenere la diffusione del coronavirus, sono chiare. Non vi è dubbio che lo smart working, così come l’insegnamento a distanza per le scuole, consenta a tante persone di ridurre al minimo gli spostamenti e dunque le possibilità di contagio. La capogruppo Monica Sambo del Pd ha presentato un'interrogazione.

L'Amministrazione comunale, con la circolare di lunedì 9 marzo, ha adeguato l'organizzazione dei propri uffici alle disposizioni del Dpcm dell'8 marzo. «Gli uffici pubblici resteranno tutti aperti - ha spiegato l'assessore al Personale Paolo Romor - Vengono applicate tutte le norme igieniche prescritte dalle autorità sanitarie, a tutela dei lavoratori e dei cittadini. L'organizzazione del lavoro si baserà principalmente su appuntamento incentivando la modalità online». Previsti maggiori ambiti di flessibilità oraria della prestazione lavorativa, dice il Comune. E l'attivazione straordinaria di progetti di lavoro in smart working, in primis favorendo i lavoratori portatori di patologie che li rendono più vulnerabili in caso di malattia. «Le maestre dei nidi e delle scuole dell'infanzia comunali, in questo periodo in cui i servizi educativi sono sospesi per legge, hanno svolto una serie di attività da casa: progettazione educativa, formazione obbligatoria, riunioni di coordinamento online. Prossimamente, per non perdere il legame con le famiglie e il territorio, realizzeranno alcuni brevi filmati di presentazione delle scuole per i genitori, in sostituzione degli open-day (al momento vietati) e didattici per i bambini forzatamente a casa».

«Nonostante le proteste dei sindacati, al personale dei servizi educativi viene detto presentarsi nelle scuole vuote per girare un “video di presentazione” - scrive Elena La Rocca consigliera del M5S -. Questa necessità di fare da comparse a un bel video, di indispensabile non ha nulla - commenta - : serve solo a dar lustro all’immagine di un sindaco vicino alla scadenza elettorale che vuole rimanere in carica a qualsiasi costo, anche passando sopra le esigenze di sicurezza di maestre e di tutti gli addetti ai lavori. E pensare che Sandro Veronesi, patron della catena Calzedonia, chiude 596 punti vendita per garantire la sicurezza dei suoi dipendenti mettendoli in ferie pagate. A Venezia abbiamo un sindaco che a tutto pensa tranne che alla sicurezza, sebbene sia responsabile della salute pubblica».

Fatto sta che sindacati e rsu considerano i passi fatti dall'Amministrazione verso lo smart working, «insufficienti. Non è condivisibile che il lavoro agile sia limitato a 3 giorni a settimana quando lo strumento viene previsto per fronteggiare l’emergenza dei contagi. Va concesso per tutti i giorni lavorativi», scrivono Daniele Giordano (Cgil), Mario Ragno (Uil), Sergio Berti (Csa), Luca Lombardo (Diccap), e Gianpiero Bulla (Rsu). La prenotazione su appuntamento, già adottata da molti studi privati, secondo le sigle «non va prevista solo per i servizi di front office. Ma deve essere estesa a tutti gli uffici che hanno rapporti con il pubblico. Ed è urgente dotare tutti gli sportelli di protezioni in vetro/plexiglass. Ci risulta - aggiungono - che alcuni uffici come via Cappuccina non siano ancora dotati di dispenser, guanti, mascherine e cartellonistica»

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