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Martedì, 23 Aprile 2024
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Navi da crociera fuori dal bacino di San Marco, intesa tra Costa e Clini

La soluzione prevede nel breve periodo un cambio di percorso per le imbarcazioni. Dal 2017 dovrebbe essere operativa una nuova stazione marittima alle Bocche di porto di Malamocco

Intesa per liberare dalle grandi navi il bacino di San Marco a Venezia. Con uno scambio di lettere fra il presidente dell'Autorità Portuale per Venezia, Paolo Costa, e il ministro dell'Ambiente Corrado Clini "è stato avviato il percorso progettuale e operativo per liberare il bacino di San Marco dai condomini galleggianti, le grandi navi da crociera che attraversano il cuore di Venezia", rende noto il ministero dell'Ambiente. Nella sua lettera del 18 gennaio, inviata tra gli altri, ai ministri dell'Ambiente, Corrado Clini, dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, il presidente dell'Autorità Portuale per Venezia, Paolo Costa ha avanzato una proposta di soluzione che ha come obiettivo, scrive, quello di mitigare o deviare il passaggio delle grandi navi da crociera nel Bacino di San Marco, salvaguardando al tempo stesso dell'economia del porto crociere di Venezia-Stazione di Marittima.

LA SOLUZIONE NEL BREVE PERIODO - Nel breve periodo, prospetta Costa, un percorso alternativo per la Stazione di Marittima, evitando di passare davanti a San Marco e nel medio-lungo periodo la realizzazione di una nuova stazione marittima dedicata alle grandi navi da crociera alla bocca di porto di Malamocco, all'esterno della Laguna veneziana, dove oggi c'è il cantiere di costruzione dei cassoni del Mose. La prima fase, sottolinea Costa, richiederebbe l'approfondimento fino alla quota di circa dieci metri del canale naturale che congiunge Fusina alla Stazione di Marittima per un costo di 30 milioni di euro e un tempo tecnico inferiore a un anno.

LA SOLUZIONE NEL LUNGO PERIODO - La seconda fase, ovvero la creazione di una nuova stazione marittima, potrebbe diventare operativa nel 2017. "Nel 2014, infatti - spiega Paolo Costa - quando l'ultimo cassone delle dighe mobili sarà stato costruito, il cantiere rende libera una piattaforma di 450 metri di lunghezza per 250 di larghezza attorno alla quale è ipotizzabile costruire un porto capace di accogliere fino a cinque navi crociera. Una ipotesi avanzata anche in virtù del fatto - scrive l'Autorità Portuale - che il Comune di Venezia sta studiando la realizzazione di un tunnel stradale che sottopasserebbe la bocca di porto di Malamocco. Inoltre la piattaforma può essere usata per creare in loco i magazzini necessari a gestire le forniture navali e gli altri servizi".

IL PLAUSO DI ORSONI - Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, ha espresso soddisfazione per la rapidità delle scelte operate dal ministero per l'Ambiente per l'avvio del percorso per "liberare" il bacino di San Marco dal passaggio delle grandi navi da crociera. "Ritengo molto positivo - ha detto, interpellato dall'Ansa - che siano state prese delle decisioni in tempi molto brevi. Negli ultimi tempi in città la sensibilità si è molto acuita riguardo a questo problema. Mi sembra di cogliere un sentimento comune che vede nel passaggio di questi colossi come uno sfregio alla città. Sono d'altronde convinto che l'attività portuale non dovrebbe risentire molto di questo cambiamento, anche l'indotto non dovrebbe soffrirne".

PROVVEDIMENTI ESCUDEREBBERO LE NAVI A BASSO TONNELLAGGIO - I provvedimenti, che a breve periodo dovrebbero vedere i giganti del mare seguire un percorso alternativo a quello che passa davanti a San Marco per arrivare alla Marittima e poi fermarsi alla bocca di Porto di Malamocco, potrebbero anche non riguardare le navi a basso tonnellaggio, mentre i cosiddetti traghetti che collegano la città lagunare alla Grecia dovrebbero nel 2013 fermarsi nel nuovo scalo di Fusina.

 

SOLUZIONE GIA' PROSPETTATA - Orsoni, definendo sul piano operativo "molto interessante e di applicazione veloce", l'ipotesi del percorso alternativo - che dovrebbe prevedere l'escavo di un tratto di canale che potrebbe essere compiuto già entro l'anno - ha ricordato che "l'ipotesi era già stata avanzata in sede di firma di una specifico protocollo con l'Autorità Portuale. Mi fa piacere che sia stata sposata dal ministero; mi spiace che la spinta avvenga in una situazione drammatica, come la tragedia della Costa Concordia al Giglio".

 

ZAIA: "PUO' ESSERE LA QUADRATURA DEL CERCHIO" - “La proposta del professor Paolo Costa può essere la classica quadratura del cerchio. Ora bisogna passare ai necessari approfondimenti tecnici di fattibilità”. Lo sottolinea il presidente della Regione Luca Zaia, dopo essersi confrontato con il presidente dell’Autorità Portuale sulle alternative che possano evitare il passaggio delle grandi navi passeggeri in bacino di San Marco. “Da tempi non sospetti, molto prima della tragedia della Costa Concordia – ricorda Zaia – ho espresso la mia contrarietà al passaggio di questi veri e propri giganti galleggianti in un ambito tanto delicato quanto unico al mondo, ed è quindi un fatto molto positivo che si sia preso spunto dalla vicenda del Giglio per intervenire”.

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