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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Navigator a Draghi: «Tornano i licenziamenti, sarà dramma. Noi facciamo la differenza»

La manifestazione delle sigle del lavoro atipico Nidil Cgil, Felsa Cisl e UilTemp in prefettura per la proroga dei "facilitatori" dei centri per l'impiego in scadenza ad aprile. «Serve una riforma del sistema delle politiche attive in Italia. Loro sono una risorsa»

I navigator, voluti nel 2018 dall'allora ministro delle Politiche sociali Luigi Di Maio, collaboratori dello Stato per facilitare le occasioni di incontro fra domanda e offerta nel mercato del lavoro, e spingere con politiche attive le assunzioni dei disoccupati con il reddito di cittadinanza, oggi si trovano a difendere la loro professionalità.

Sono 2500 in Italia, collaboratori assunti da società in appalto nel 2019, 120 circa in Veneto e 22 nel Veneziano. In Città metropolitana svolgono le loro prestazioni nei centri per l'impiego di Mestre, Dolo, Mirano, Portogruaro, San Donà e Chioggia. In regione i centri sono una quarantina. Il contratto dei navigator scadrà il 30 aprile prossimo. Si profila il rischio che non essendoci più i 5 Stelle al governo e per motivi politici l'esperienza dei navigator possa concludersi definitivamente. Sebbene abbiano le agende piene di "patti sociali" da avviare con i disoccupati e nonostante la professionalità acquisita per aver toccato con mano tante situazioni critiche, i navigator potrebbero diventare un ricordo. Per questo, con le sigle sindacali del lavoro atipico, Nidil Cgil, Felsa Cisl e UilTemp, hanno scioperato martedì 9 febbraio, in campo San Maurizio, davanti alla prefettura, per lanciare un appello a Mario Draghi che prenderà le redini del governo.

«Mai come ora, con il ritorno ai licenziamenti e la crisi economica del Covid che ha tagliato centinaia di migliaia di posti di lavoro, i navigator, inseriti in una riforma di tutto il sistema dei centri per l'impiego e delle politiche attive del lavoro in Italia, potrebbero dare il loro apporto per sostenere le conseguenze del dramma occupazionale e sociale che si profila all'orizzonte», hanno spiegato i sindacati. «È un lavoro che ha una forte componente psicologica, come accade in altre esperienze in ambito di agonismo sportivo ad esempio - dice il portavoce dei navigator Mario Giaccone - Aiutiamo le persone a trovare le motivazioni in se stesse. Ho riavviato personalmente circa un centinaio di persone al lavoro in pochi mesi. Se i centri per l'impiego riescono nella missione per il 2% delle persone in cerca di occupazione, i navigator portano questa percentuale aal 10-15%».

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Serve dotarle di capacità di base, a volte totalmente assenti come l'utilizzo di una mail. Ma a creare le maggiori difficoltà nell'inserimento in un mercato del lavoro asfittico è soprattutto la carenza di competenze sociali, di legami relazionali, delle reti di contatti giusti. In un mondo del lavoro dove i mismatch, perfino legati alla conoscenza della lingua, si superano facilmente grazie al far parte di gruppi culturali o etnici o amicali, o parentali capaci di fornire garanzie di fiducia e affidabilità presso i datori di lavoro (vedi le badanti), spesso i cittadini che restano fuori dal mercato del lavoro, e ricorrono al sostegno al reddito, sono prima di tutto tagliati fuori da risorse sociali che possono fare la differenza nel reinserimento, spiegano i navigator. Questi mediatori incontrano le imprese, preparano gli aspiranti lavoratori, li mettono nelle condizioni di sostenere un colloquio, insegnano l'abc per l'uso delle mail e la navigazione nel sito del centro per l'impiego. Li informano, li stimolano, li ascoltano, li motivano.

«I centri per l'impiego sono sotto organico e in Italia non hanno al loro interno questi facilitatori, come in molte parti d'Europa, che fanno la differenza nel far incontrare domanda e offerta, evitando così di consegnare il ruolo alle agenzie per il lavoro private che hanno un costo anche per le imprese. Usciamo dalla crisi se facciamo ripartire produttività e lavoro ma serve creare e selezionare le persone cercate», afferma Luigino Tasinato coordinatore regionale Nidil Cgil. «Ho in carico 150 beneficiari di reddito. Sono persone che vanno seguite e serve tempo. Non è solo "ti faccio fare un corso di riqualificazione", è far sentire che lo Stato non le ha abbandonate. È rispondere alla loro richiesta di dignità. E il lockdown ci ha spuntato le armi perché non potevamo incontrare i beneficiari e abbiamo perso incontri», racconta la navigator Nicoletta Coccia. 

«Chiediamo un dialogo con il governo e la regione affinché questi professionisti, i navigator, all'opera da agosto 2019, vengono prorogati. In questa fase devono avere la possibilità di esprimere la loro professionalità nel futuro, ora che sarà necessaria», commenta Maria Iorfida di UilTemp. Infine Riccardo Solomita, navigator del centro dell'impiego per Dolo dice: «ora ci sarà Draghi. Ci metta a fare anche di più se vuole. Siamo superversatili e abbiamo competenze e professionalità. Il governo non butti via questa esperienza. Possiamo anche essere slegati dal reddito di cittadinanza, se si vuole, ma noi abbiamo pungolato, motivato e rimesso in moto tante persone, nonostante il Covid. Queste persone con l'orientamento si sono trovate un lavoro, mentre prima non riuscivano».

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