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Referendum, il Consiglio comunale vota "no" alla separazione di Venezia in tre città

Soddisfazione del sindaco Brugnaro, che ha ricordato come la proposta sia illegittima e incompatibile con la legge Delrio. La consultazione chiederebbe di dividere Mestre e Marghera

Ventitrè pareri favorevoli su venticinque consiglieri votanti, il governo cittadino è in larga parte d'accordo: il referendum sulla divisione di Venezia in diverse città distinte non si deve fare. Si tratta, stavolta, di una consultazione con cui ai cittadini verrebbe chiesto un parere sulla separazione del territorio in tre Comuni diversi: Venezia, Mestre e Marghera (diverso, quindi, dalla "classica" idea di separazione tra isola e terraferma). La proposta, però, non è mai piaciuta all'amministrazione di Luigi Brugnaro, che comunque solleva principalmente obiezioni di tipo tecnico, legislativo e giuridico.

Secondo il sindaco, infatti, non è possibile intraprendere un percorso di modifica territoriale di questo tipo a causa della legge Delrio. "I dati tecnici dicono che non si può - ha spiegato giovedì - Le firme sono state raccolte prima della legge, e noi non possiamo porre alla discussione dei cittadini una cosa che riteniamo illegittima". Stesso concetto era già stato espresso a luglio, dopo una formale richiesta di parere al ministero: "Dal Governo ci è arrivata risposta - aveva tagliato corto Brugnaro - Ci dà ragione dal punto di vista tecnico, proprio perché la legge Delrio rende infattibile il referendum e prevede, eventualmente, un altro percorso".

In particolare - ha sottolineato il vice segretario aggiunto del Comune di Venezia, Francesco Vergine - "la legge 56/2014 (legge Delrio) introduce una normativa specifica e speciale che ha dichiaratamente carattere derogatorio, sia rispetto al TUEL che alle eventuali leggi regionali precedenti con essa incompatibili”. Per questo, come evidenziato dal dipartimento per gli Affari regionali della presidenza del Consiglio dei Ministri con la nota dello 26 luglio scorso, le leggi regionali non potranno più essere applicate alla modifica del territorio di un Comune capoluogo di Città Metropolitana come Venezia o al suo scorporo in più comuni. È invece necessaria una procedura specifica costituita da una deliberazione del Consiglio comunale di Venezia a maggioranza qualificata, che dovrà poi essere sottoposta a consultazione referendaria di tutti i cittadini della Città Metropolitana.

Altri rilievi sono emersi dal punto di vista tecnico per la cartografia, presentata pochi giorni fa al Comune di e in cui i confini delle tre realtà territoriali sono indicati in modo "approssimativo". Infine c'è stato un approfondimento sugli effetti negativi legati alla separazione del Comune di Venezia. "La divisione - ha spiegato Vergine – contrasta con la tendenza legislativa che ha sempre sostenuto, promosso e finanziato le unioni dei Comuni e l'integrazione dei servizi". Su questo tema si è soffermato anche Brugnaro, che ha ricordato inoltre come i cittadini si siano già espressi quattro volte sull'ipotesi e che la proposta referendaria di iniziativa consiliare costerebbe alla comunità 1 milione e 400 mila euro.

Nel caso in cui il Consiglio regionale decidesse di proseguire nel suo iter, con la delibera approvata giovedì il Consiglio comunale ha dato mandato al sindaco e alla Giunta di far valere le ragioni dell'amministrazione davanti agli organi giurisdizionali e alla presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di impugnare l'eventuale legge regionale. Resta comunque aperta la partita del referendum sulla separazione tra Venezia e terraferma (ovvero in due città), sulla cui meritevolezza è giunto l'ok da parte della commissione regionale proprio nei giorni scorsi. Ma, anche in questo caso, il sindaco ha annunciato il ricorso al Tar.

Brugnaro, nel corso del suo intervento, ha fatto un appello a tutte le forze di maggioranza e opposizione a lavorare insieme per il rilancio della città: "Stiamo mettendo grande impegno per affrontare le diverse questioni in campo e i risultati iniziano a vedersi - ha spiegato - Nella gestione economica del bilancio del 2015 il debito consolidato dell'amministrazione è calato di 30 milioni euro. Vuol dire che le scelte fatte per rendere più efficiente la macchina comunale stanno dando i loro frutti". "Per risolvere i problemi si deve dare dimostrazione di restare uniti - ha detto - Continuino le critiche, ma in modo costruttivo, altrimenti anche la nostra credibilità a livello governativo verrà meno. Proviamo a immaginare una città insieme".

Ricordando poi le azioni intraprese dalla Giunta per chiedere l'approvazione del progetto Tresse nuovo, per dare più poteri al sindaco in materia di sicurezza e più autonomia in materia di turismo, il sindaco ha sottolineato come chi specula sulla città non aiuti le sorti di Venezia. "I problemi della città li conosciamo bene e riguardano lo sviluppo economico, con il rilancio di Murano e Porto Marghera, il lavoro per i giovani, la residenzialità, la sicurezza, e naturalmente i flussi turistici, che vanno regolamentati, soprattutto per preservare le aree più vulnerabili del centro lagunare". Nel ringraziare i dipendenti che lavorano con impegno per il Comune di Venezia e la polizia municipale, che con grandi sforzi sta garantendo decoro e sicurezza in tutto il territorio comunale, il sindaco ha rivolto infine un apprezzamento anche ai comitati di cittadini scesi in campo nei giorni scorsi per la difesa di Venezia. "Sono il simbolo – ha detto Brugnaro – di una nuova partecipazione della città. Li ringrazio per la loro dedizione e la prossima volta sarò in testa al corteo".

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