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Il via libera del ministero della Salute sblocca il protocollo fanghi in laguna

Il decreto aggiorna la normativa del 1993 permettendo di avviare lavori attesi per la navigazione. Viceministro Gava: «Superate incomprensibili resistenze ideologiche». Di Blasio: «Ora l'Autorità per la laguna». Zaia e Brugnaro: «Ora Legge speciale»

È operativo il nuovo protocollo fanghi in laguna. La notizia è arrivata dopo la firma al decreto da parte del ministero della Salute, che ha fatto seguito al via libera del ministero delle Infrastrutture e del ministero dell'Ambiente. Il decreto consentirà di avviare lavori attesi da anni nelle acque della laguna, migliorando l'accessibilità ai porti e alle zone di navigazione. «Superiamo finalmente una normativa vetusta, risalente al 1993, e rilanciamo l'economia e la competitività dei porti delle zone lagunari, soprattutto quelle dell'alto Adriatico, sino a oggi frenate da incomprensibili resistenze ideologiche -  Questo vuol dire, afferma il viceministro all'Ambiente e Sicurezza energetica, Vannia Gava - essere al governo con buonsenso, contemperando sviluppo e tutela ambientale».

Sul fronte degli escavi, venerdì il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica aveva stabilito che il progetto relativo alle “Opere di manutenzione e ripristino per la protezione e la conservazione nelle aree di bordo del canale Malamocco Marghera, tratto curva San Leonardo e Fusina – interventi di protezione dall’erosione marina delle casse di colmata A, B, D-E, lato laguna viva” non ricade nelle categorie progettuali che prevedono l’applicazione delle discipline di Valutazione d'impatto ambientale Via, dando il via libera all’Autorità di sistema portuale a procedere con l’affidamento dei lavori e con il monitoraggio ambientale relativi al bando di gara pubblicato il 12 dicembre del 2022. 

Il porto

«Il Protocollo Fanghi, che ora passerà al ministero della Giustizia per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, era uno degli elementi che avevamo indicato nel nostro Piano operativo triennale 2022/2024 come “vincolo” allo sviluppo sostenibile del porto - sostiene il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale, Fulvio Lino Di Blasio -. Con questa formale intesa tra i tre ministeri (Infrastrutture/Ambiente/Salute) si fa un importante passo in avanti. Ma non basta. Serve quanto prima l’operatività dell’Autorità per la laguna di Venezia, nuovo magistrato alle acque che avrà (tra gli altri) il compito di approvare i progetti di dragaggio e le modalità di gestione dei materiali. Quanto al Piano morfologico, è attivo un tavolo con i ministeri per le modalità di collaborazione e interazione con la Commissione Via-Vas».

Il sindaco

«Il protocollo è un passaggio fondamentale per Venezia - argomenta il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro -. Non possiamo più rimandare questi interventi che consentiranno di migliorare l'accessibilità al porto, ma soprattutto di ripulire il fondo dei canali e delle zone di navigazione che rappresentano l’unico elemento per garantire la mobilità della Venezia insulare. Grazie quindi al governo e ai ministri che in poco più di sei mesi dal loro insediamento hanno permesso di sbloccare un provvedimento fondamentale per garantire la sopravvivenza di Venezia. Concluso questo capitolo, spero che, con altrettanta determinazione, si arrivi a definire positivamente il rifinanziamento della Legge Speciale così come il Consiglio Comunale di Venezia ha chiesto all’unanimità per 150 milioni all'anno per i prossimi 10 anni. Si tratta di risorse fondamentali per la salvaguardia della città e per garantirne quelle manutenzioni che consentono al Paese intero di consegnarla in tutta la sua magnificenza alle future generazioni».

La Regione

«Non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione per una risposta concreta che viene dal governo. Con la firma del ministro della Salute entra definitivamente nell’operatività il protocollo fanghi - commenta il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia -. Nel rispetto del delicato equilibrio ambientale tra terra e mare in cui vivono il territorio di Venezia e altre aree venete affacciate sull’Adriatico, la laguna potrà essere protagonista di nuovi lavori, da tempo attesi perché indispensabili a beneficio dei siti portuali, dei collegamenti e dei trasporti acquei. Una nuova spinta per l’economia e la vivibilità di un’area, dove non solo giungono ogni anno milioni di turisti ma vive e conduce le sue attività un’ampia parte della popolazione veneta».

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