Italia Nostra boccia la Torre di Cardin: "Ennesimo oltraggio al paesaggio"
L'associazione mette nel mirino l'altezza dell'edificio, che deturperebbe lo skyline del centro storico: "Laguna patrimonio Unesco, ma questa storia dimostra che i soldi possono tutto"
Dopo i primi sì in Conferenza dei servizi, il Palais Lumiere di Cardin inizia il suo iter burocratico per arrivare all'approvazione finale. Tutte le istituzioni locali si sono schierate a favore dell'opera, ma in questi giorni si deve registrare il parere negativo dell'associazione Italia Nostra, associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico e artistico, che definisce il progetto "l'ennesimo oltraggio allo skyline di Venezia". E' l'altezza, soprattutto, a finire nel mirino, nelle ultime ore presa in esame anche dall'Enac, l'ente nazionale aviazione civile, che dovrà stabilire se i quasi 250 metri dell'edificio potranno o meno costituire un pericolo per gli aerei in fase di atterraggio al Marco Polo.
"Dopo le grandi navi a spasso nella laguna ecco il “Palais de Lumiere” di Pierre Cardin - recita una nota di Italia Nostra - Davvero a Venezia i soldi possono muovere ogni cosa? Non ci possiamo credere. Eppure la storia del grattacielo di Cardin così insegnerebbe. Costruire in piazza San Marco è impossibile, ma perché non in gronda lagunare? Tanto in Laguna si possono scavare nuovi canali portuali, fare nuovi porti, costruire nuove aree logistiche, forse anche metropolitane subacquee. E’ vero, la Laguna, con Venezia, è un sito unesco, ma tutto filerà liscio: l’investimento è tutto privato, un miliardo e mezzo di euro, e troverebbero occupazione 4mila 500 addetti. Si può dire di no? Comune, Provincia, Regione sono festosamente favorevoli all’opera".
Una prospettiva che secondo l'associazione continua a essere sbagliata: "L’edificio-mostro rientra nella logica delle varie mega-navi che attraversano Venezia e delle ruote panoramiche disneyane dalle quale il turista può bearsi di un impatto immediato, mordi e fuggi, con Venezia e la sua Laguna, senza curarsi minimamente di stravolgere proporzioni ed equilibri stabiliti da secoli".
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