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I Cinque Stelle per il palasport ai Pili: "Il Pd poteva bloccare tutto nel 2012, ecco le carte"

Il consigliere pentastellato Scano: "In un emendamento al Pat la richiesta di rendere il verde urbano attrezzato semplice verde urbano". I dem: "Palazzetto a Tessera o al PalaExpo"

"Abbiamo detto sì per rafforzare i nostri no. Siamo postideologici". Dopo il Consiglio comunale di lunedì sul possibile sviluppo dell'area dei Pili, a saltare all'occhio è soprattutto l'approvazione anche da parte dei consiglieri del Movimento Cinque Stelle presenti in aula alla mozione con cui si fornisce il nulla osta da parte del parlamentino locale alla società "Porta di Venezia", di proprietà del blind trust attraverso cui il sindaco Luigi Brugnaro si è spogliato delle proprie aziende, a presentare un progetto per il nuovo palasport: "E' la soluzione più idonea - ha spiegato martedì il consigliere pentastellato, Davide Scano - il nostro è un sì senza pregiudizi, perché un palazzetto serve alla città. E questa nostra scelta rafforza anche i nostri no, perché sono espressi nel merito, non sulla base di preconcetti. La nostra stella polare è l'interesse pubblico e c'è fame di strutture sportive in città". 

"Avrebbero potuto pensarci prima"

Scano presenta anche un documento del 2012 (quando in laguna c'era una maggioranza di centrosinistra): "Se avessero voluto bloccare un certo sviluppo dei Pili avrebbero potuto votare a favore al tempo", sottolinea. Si tratta di una proposta di emendamento al Pat presentata dall'allora consigliere pentastellato, Marco Gavagnin, in cui si chiedeva che le aree a destinazione d'uso "verde urbano attrezzato" dell'area di San Giuliano venissero derubricate a semplice "verde urbano", perché "gli indici edificatori previsti dal previgente Piano regolatore generale non sono coerenti con il Pat e con gli obiettivi di sostenibilità e di limitazione del consumo di suolo". All'epoca la richiesta venne respinta e furono solo 2 i consiglieri a votare a favore: "Avrebbero potuto pensarci prima, ora non vengano a parlare di urbanistica. Nella nostro programma elettorale abbiamo segnalato il possibile recupero di alcune aree di Porto Marghera, compreso il waterfront", conclude Scano, che annuncia comunque battaglia al sindaco "se al posto di un palasport saranno costruiti alberghi".

Il Pd: "Brugnaro non prenda in giro i cittadini"

Di tutt'altro avviso il Partito Democratico che, per bocca del segretario comunale Giorgio Dodi, invita il sindaco Luigi Brugnaro a "non ingannare i cittadini veneziani con l'ennesima sceneggiata: è più che mai evidente che del palazzo dello sport a lui importa ben poco, quello che davvero gli sta a cuore è mettere a frutto il suo investimento ai Pili", si dichiara in una nota. 

Le nostre proposte: "Tessera e PalaExpo"

"Anche volendo tralasciare per il momento le ovvie considerazioni sul macroscopico conflitto di interessi di un sindaco, proprietario di quelle aree, che aveva pubblicamente preso l’impegno di astenersi dall’intervenire su quei terreni durante il suo mandato - continua Dodi - sono le tempistiche il tema di cui tenere conto. Tempi che riguardano le varianti urbanistiche, le bonifiche, i progetti architettonici, la ricerca di investitori disposti a rischiare in un’area sulla quale, inevitabilmente, si apriranno numerosi contenziosi. A noi del Partito Democratico, invece, preme davvero che la Reyer non sia costretta ad emigrare ed è per questo motivo che abbiamo messo sul tavolo proposte concrete e percorribili anche in tempi brevi: prima fra tutte quella di progettare il nuovo palasport nell’area del Quadrante di Tessera, come previsto dal Pat e, a brevissimo termine, valutare l’adattabilità allo scopo del Padiglione Aquae a Marghera come soluzione temporanea per rispettare le nuove regole sulla capienza minima".

Mognato (LeU): Mancanza di coerenza con gli elettori

"Il sindaco in campagna elettorale aveva detto una cosa molto chiara a cui tutti avevano creduto, - ha commentato Michele Mognato di LeU - che una volta sindaco nelle aree in cui aveva interessi non avrebbe fatto nulla. C'è qualcosa che non torna. Manca la coerenza ai patti sottoscritti con gli elettori. Dietro alla costruzione del palazzetto è ovvio che c'è un'azione immobiliare, e quindi c'è un problema di consumo del suolo, ed è indispensabile valutare se quella è l'area più adatta".

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