"O passiamo al capitalismo sociale o arriveremo all'implosione del sistema": lo ha detto il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, analizzando con preoccupazione la crisi dell'economia mondiale nell'era della globalizzazione. Il prelato ha aperto così l'incontro di studio dei laici credenti del Nordest, dopo il secondo convegno di Aquileia.

"Non ci sono ricette capaci di risolvere i problemi: o riusciamo a ripensare l'economia mettendo al centro l'uomo e l'idea di profitti sociali oppure una parte di mondo sempre più ricca e una sempre più povera porteranno alla rivoluzione", ha osservato il Patriarca, citando il caso della Grecia. Il prelato ha sottolineato la "fragilità di popoli e continenti" sia in Africa che in Asia, dimenticati e messi ai margini. "I nostri politici, anche al di là della loro stessa volontà - ha proseguito -, non sembrano avere in mano gli strumenti necessari se non ripensano completamente al sistema. Il compito della politica è di garantire la giustizia; quella che non lo fa finisce per favorire l'affermazione del più forte".

Per il Patriarca di Venezia nessuna società può permettersi di prescindere anche da carità e solidarietà, e per questo il prelato ha sollecitato la "riscoperta" della dottrina sociale della Chiesa che, è al servizio della formazione del sapere politico". Se la politica deve infatti attuare pienamente la giustizia, prima però "deve sapere cos'e": "La dottrina sociale cattolica non vuole imporre la Chiesa sullo Stato - ha proseguito - ma far sì che ciò che è giusto venga riconosciuto". In questo senso Moraglia ha citato valori e principi come l'intangibilità della vita umana, la libertà religiosa e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio, ma anche il diritto al lavoro, l'accoglienza dei migranti e il diritto alla casa, sulla quale - ha concluso - "c'é una tassazione che ci deve far riflettere". (ANSA)