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Mercoledì, 24 Aprile 2024

La precisazione sulla pausa caffè dopo la timbratura fa arrabbiare la Cgil: "Inutile"

Il sindacato reagisce alla modifica del codice di comportamento dei dipendenti dell'amministrazione veneziana. Specie quando puntualizza che tra la marcatura del cartellino e l'inizio del servizio non deve esserci interruzione.

Il regolamento dei dipendenti del Comune di Venezia ha una disposizione in più. Dal 14 settembre una modifica del codice introduce l'articolo 18 per sottolineare come, appena dopo la timbratura del cartellino, gli operatori siano tenuti a prendere subito servizio, senza pause. "Siamo sempre solo e soltanto di fronte alla propaganda", scrive Fp Cgil.

'Privilegi'

"Una disposizione che, volontariamente, fa passare l'idea che sia necessario punire i dipendenti - spiega Daniele Giordano, segretario della Funzione Pubblica Cgil di Venezia -. E questo per accarezzare tutti coloro i quali pensano che i 'comunali' siano dei privilegiati". Critico il sindacalista nei confronti dell'amministrazione Brugnaro e di quelle regole introdotte per i dipendenti che riguardano l'abbigliamento, o l'utilizzo di internet al lavoro.

Qualità dei servizi

"Il sindaco al suo esordio aveva annunciato l’introduzione del 'metodo Lean' e l’abolizione del cartellino. Annunci roboanti su una macchina comunale libera e partecipata dei lavoratori in cui tutti fossero protagonisti del cambiamento. La sostanza - prosegue Giordano - è che invece si è attuato sin da subito un atteggiamento repressivo e denigratorio, che non serve in alcun modo. Questo in una realtà che ha i tassi di assenza tra i più bassi di tutti i Comuni grandi del nord Italia".

Rigore e decoro

"Nessuno  - afferma il segretario - pensa che non si debba chiedere rigore e decoro ai dipendenti. Qui però siamo sempre solo e soltanto di fronte alla propaganda che non riconosce che i 2.700 dipendenti del Comune, quasi 300 in meno rispetto a 3 anni fa, garantiscono con grandi difficoltà servizi di qualità alla cittadinanza, come l'anagrafe e lo stato civile, nonostante l’assenza di un contratto decentrato e la perdita del 70% del salario accessorio".

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