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L'assessore Da Villa è ancora in sella: "Dimissioni? Chiedo un chiarimento"

L'esponente leghista della giunta Brugnaro martedì ai mercatini di via Piave: "Sono qui a fare il mio lavoro". Chiede un faccia a faccia con il segretario del partito, Sergio Vallotto

"Non sono abituata a rispondere attraverso i giornali. Mi aspetto presto un chiarimento con il mio segretario provinciale". L'assessore al Commercio di Venezia, Francesca Da Villa, in quota Lega Nord, martedì mattina si è presentata al Farmer's Market di via Piave a Mestre per dimostrare che la giunta crede nel progetto di recupero dei giardinetti attraverso la presenza di bancarelle e commercianti. A chilometro zero. 

Già il fatto che si presenti come assessore è una notizia: nessuna dimissione dopo le parole di fuoco del segretario provinciale del Carroccio, Sergio Vallotto, secondo cui Da Villa, dopo essere uscita dalla sala della giunta durante la votazione riguardante il ricorso di Ca' Farsetti nei confronti del referendum seperatista sponsorizzato dalla Regione, avrebbe dovuto lasciare. Che la situazione sia fluida lo dimostra la posizione attendista dell'assessore, che chiede a stretto giro di posta un faccia a faccia con Vallotto, secondo cui l'esponente del Carroccio avrebbe dovuto difendere le posizioni separatiste del partito senza lasciare il tavolo. Anche perché la posizione del sindaco Brugnaro sarebbe stata netta: se la vicesindaco Luciana Colle e l'assessore Da Villa avessero espresso voto contrario avrebbe ritirato loro le deleghe. Almeno così si spiegherebbe tra i corridoi di Ca' Farsetti. 

Se si tenta di capirne di più della frattura tra partito e giunta, per, ci si scontra di fronte a un netto "no comment". Si attendono chiarimenti ufficiali, dunque, anche se è difficile che il segretario provinciale della Lega, Vallotto, possa fare marcia indietro dopo aver affermato di aspettarsi presto le dimissioni di Francesca Da Villa. A questo punto la presenza del Carroccio in maggioranza a Venezia appare sempre più a rischio, a meno di chiarimenti in extremis tra il sindaco Brugnaro e gli ex alleati al ballottaggio, che non hanno perdonato al primo cittadino di non aver appoggiato la consultazione referendaria per la separazione tra Venezia e Mestre. 
 

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