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Il centrosinistra alle urne per le primarie, confronto tra candidati

Domenica 15 marzo a Venezia si sfidano Felice Casson, Jacopo Molina e Nicola Pellicani. Tutte le informazioni sui candidati e su come votare

Ci siamo: dopo mesi di campagna elettorale, confronti e qualche polemica, domenica 15 marzo vanno in scena le primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra a Venezia. Gli sfidanti sono il senatore indipendente Pd ed ex magistrato Felice Casson, l'avvocato ed ex consigliere comunale Pd Jacopo Molina, il giornalista Nicola Pellicani. Si vota dalle 8 alle 20, presentandosi a uno dei seggi muniti di documento d'identità, certificato elettorale e 2 euro per il finanziamento della campagna elettorale (elenco dei seggi nel Comune di Venezia). Per esprimere la propria preferenza è necessario sottoscrivere un registro in cui si dichiara di condividere il programma della coalizione di centrosinistra. Possono votare anche gli stranieri con permesso di soggiorno residenti nel Comune e i ragazzi con più di 16 anni, purché si siano preiscritti entro il 7 marzo.

Su alcune questioni i tre candidati sono d'accordo: la prossima sarà una Giunta completamente nuova, senza alcun assessore proveniente dalla vecchia amministrazione; anche le dirigenze saranno rinnovate, mentre c'è l'impegno ad attivarsi in prima persone sul fronte della sicurezza anche aumentando il numero di pattuglie sulle strade. Per il resto le posizioni dei candidati sono piuttosto variegate, specie sui temi più attuali come buco di bilancio, flussi turistici e grandi navi.

Felice Casson spiega che muoversi per lo sviluppo di Mestre significa affrontare anche il problema di Venezia, che è il turismo. Vanno reimpostati i flussi che intasano Venezia e dirottati su Mestre, con eventi dedicati. "Venezia non può accettare decisioni importanti prese senza il consenso elettorale dei cittadini - spiega nelle linee programmatiche -.  Il commissario Zappalorto sta intervenendo sui dipendenti, sul casinò, ma dovremmo essere noi a decidere". Poi la sicurezza: "E' anche una questione di socialità e inclusione: no a mezzi eccezionali, sì alla capillarità della presenza delle forze dell’ordine nei quartieri, anche al servizio di chi lavora e ha i negozi"; sui problemi economici della città spiega: "Occorre tenere nel nostro territorio, in buona parte, le risorse prodotte qui: serve un federalismo legato all’unicità di Venezia, attraverso una nuova legge speciale. Bisogna bloccare gli effetti del patto di stabilità a Venezia. Le società partecipate vanno ridotte, razionalizzate, per evitare di perdere soldi: di alcune di esse il Comune non ha controllo, sono dei corpi estranei". Infine, sulla questione grandi navi: "Alcune soluzioni garantiscono un aumento dell’occupazione, è cieco e irrazionale chi dice di no alle alternative. Con lo scavo del canale Contorta c’è chi vorrebbe ripetere l’operazione svolta col Consorzio Venezia Nuova: sappia che noi diremo no".

Jacopo Molina punta prima di tutto sulle partecipate e sulla lotta agli sprechi, spiegando di non aver paura a intervenire sulle spese delle società: "Bisogna dismettere e cedere aziende non strategiche, in particolare tra quelle partecipate di secondo livello". Per rivitalizzare i centri, propone la pubblicazione trasparente di tutte le proprietà disponibili di Ater, Ire, Elemosiniere, non solo come appartamenti, ma anche come fondi per attività imprenditoriali. In generale Molina parla di trasparenza, proponendo: "Le azioni dell’amministrazione devono essere soggette a misurazione e valutazione con la massima trasparenza: le fatture pagate dal Comune saranno on line". La sua giunta sarà composta "nel rispetto delle pari opportunità. Ci sarà un unico assessore che si occupa insieme di Bilancio e società partecipate". Anche l'avvocato pensa che il Casinò andrebbe valorizzato e non venduto; infine, sulle grandi navi, spiega: "Quelle del segmento luxury, sotto le 50mila tonnellate, continuino a transitare lungo il canale della Giudecca".

Nicola Pellicani si concentra innanzitutto sul cambiamento, discostandosi dalla "vecchia classe dirigente" di cui "Costa, Cacciari e anche Casson fanno parte". Per prima cosa propone di aprire una vertenza direttamente con il governo, per togliere Venezia dall'isolamento a cui è stata destinata troppo a lungo. Anche il giornalista rivolge la propria attenzione alle società partecipate, spiegando  che va risistemata una macchina da 10mila dipendenti semplificando i consigli di amministrazione, accorpando e verificandone scrupolosamente i conti. Tra i punti principali del programma di Pellicani c'è un progetto di rigenerazione urbana in grado di far sì che ci si riappropri degli spazi pubblici, dando respiro anche ai negozi di vicinato: "Solo così i mestrini si toglieranno di dosso quel senso di insicurezza e degrado - ha dichiarato -. Serve un cambio di prospettiva, senza consumare un centimetro di suolo in più". La chiave di volta per Venezia, invece, secondo il candidato, è una riforma della Legge Speciale: "Dobbiamo avvalerci delle nuove tecnologie per governare i flussi di turisti - spiega - puntando su due o tre hub strategici. Per far sì che il grosso delle risorse del turismo rimanga da noi è fondamentale però una Legge Speciale in chiave federalista e metropolitana". Infine, la posizione sulle grandi navi: "Devono essere allontanate dal bacino di San Marco".

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