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Professional Day: la politica risponde all’appello. ma le rigidità della riforma Fornero penalizzano l’occupazione

È stato un Professional Day da tutto esaurito quello organizzato oggi, martedì 19 febbraio, all’Hotel Russot di Mestre dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP) e dallla Fondazione delle Professioni di Venezia. Un convegno che ha colto nel segno per afflusso di pubblico, per qualità degli interventi, per l’importanza dei temi trattati e per la risposta data dai candidati alle prossime elezioni politiche. Convocati per un confronto aperto sulle tematiche del lavoro, hanno partecipato quasi al completo.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

È stato un Professional Day da tutto esaurito quello organizzato oggi, martedì 19 febbraio, all'Hotel Russot di Mestre dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP) e dallla Fondazione delle Professioni di Venezia. Un convegno che ha colto nel segno per afflusso di pubblico, per qualità degli interventi, per l'importanza dei temi trattati e per la risposta data dai candidati alle prossime elezioni politiche. Convocati per un confronto aperto sulle tematiche del lavoro, hanno partecipato quasi al completo.

Del resto il tema portante della giornata era di strettissima attualità: "La riforma Fornero nei programmi politici", con un'analisi delle novità introdotte dalla riforma stessa sui contratti di lavoro connessi all'esercizio delle professioni intellettuali.

Una riforma in larga parte bocciata dai professionisti - ma anche da buona parte dei politici - presenti al convegno, perché avrebbe portato a un "irrigidimento del mercato del lavoro", di fatto non stimolando l'occupazione perché basata su schemi e categorie obsolete che non sono al passo con la fisionomia che il mondo del lavoro sta assumendo in Europa, ma che possono invece portare all'immobilismo più totale.

Illuminanti in questo senso gli interventi dei relatori, dai quali è emerso che la riforma Monti-Fornero affronta i temi più caldi del mercato del lavoro, ma non è incisiva, anzi penalizza il lavoro autonomo, sia a progetto sia con partita Iva, e non opera minimamente per migliorare o cambiare quello subordinato.

La riforma Fornero non convince nemmeno in merito alle partite IVA, viste a priori come strumento di elusione di contratti subordinati, mentre il sistema degli studi professionali risulta avere una propria dinamica peculiare. Dure le critiche emerse a riguardo durante il Professional Day di Mestre, dove si è sottolineato come gli abusi e le irregolarità contrattuali vadano sì combattuti, ma con i controlli e non con una presunzione automatica di illecito per cui il rapporto di lavoro si trasforma in subordinato. Una situazione intricata che ha portato, nell'incertezza, al crollo di aperture di partite IVA, con molti committenti che non danno più lavoro danneggiando così involontariamente anche i lavoratori autonomi in senso stretto.

E quello delle partite IVA è un tema che coinvolge direttamente i professionisti - oltre 20mila quelli iscritti agli Ordini e ai Collegi della provincia di Venezia -, che hanno evidenziato come possa diventare estremamente difficile includere i titolari di partita IVA in un nuovo contratto sociale, perché aumenterà la loro estraneità nei confronti di uno Stato che chiede sempre di più, esponendoli a maggiore competizione e incertezza. "La Riforma del Lavoro del ministro Fornero andrebbe rivista a fondo - ha dichiarato senza mezzi termini il presidente del C.U.P. provinciale di Venezia Ruggero Sonino -. Per noi professionisti, già alle prese con una riforma ordinistica che ha molti nodi da sbrogliare, ci scontriamo contro interventi pensati soprattutto per un'imprenditoria di stampo industriale e che poco o nulla invece hanno di attinente al mondo delle professioni, la cui rilevanza sociale ed economica viene troppo spesso ignorata".

Eppure il lavoro autonomo e liberoprofessionale in Europa è cresciuto del +82% dal 2000 al 2011 e in Italia pesa il 20% del PIl. "Un dato che evidenzia ancora di più l'anacronismo della riforma Fornero - spiega il presidente della Fondazione delle Professioni di Venezia Mauro Rossato - e di come rischiamo di distaccarci dal treno europeo che invece corre nella direzione del rinnovamento. Deve essere valorizzata l'efficienza delle professioni che si innovano e che si svecchiano".

I due presidenti chiedono anche un maggior riconoscimento al valore delle Professioni: "Si deve cambiare registro - hanno dichiarato -, dobbiamo avere più voce in capitolo, e essere convocati sui tavoli dove vengono prese le decisioni che contano, perché abbiamo idee e competenze per contribuire a risollevare l'Italia".

Un ruolo che i politici presenti al Russot Hotel hanno riconosciuto, promettendo una accelerazione verso la modernizzazione del paese e verso una legislatura del lavoro che risponda in maniera chiara alle richieste e ai diritti di milioni di italiani.

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