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Un consigliere querela e un altro fa causa al sindaco Brugnaro

Per la lite scoppiata durante l'ultimo Consiglio comunale, il 20 dicembre scorso. Sono volate parole che qualcuno ha mal sopportato

Cause e querele. Alcuni consiglieri di minoranza dopo le tensioni scoppiate all'ultimo Consiglio comunale, il 20 dicembre scorso, hanno deciso di reagire. Nel corso della seduta, in cui era in corso l'approvazione del bilancio, erano volate parole grosse tra alcuni esponenti di minoranza e il sindaco Luigi Brugnaro. Due consiglieri hanno deciso di rivolgersi ai loro avvocati.

«Alla fine mi sono convinto a querelare il sindaco Brugnaro per le affermazioni offensive che mi ha rivolto nel corso del Consiglio comunale - scrive il capogruppo Giovanni Andrea Martini ("Tutta la città insieme!") -. Non è stata, la mia, una reazione immediata, ma una decisione ponderata. Non è mai facile, infatti, contrapporsi da soli a chi ha molto potere, ma è pur vero che un gesto può assumere valenza collettiva. La mia, ci tengo a precisare, non è un'azione contro la persona, ma un richiamo affinché si torni a toni e comportamenti democratici in Consiglio comunale. Toni e comportamenti che ogni persona che ricopre un ruolo istituzionale non dovrebbe mai dimenticare o far venir meno. Ricoprire una carica istituzionale vuol dire mettersi al servizio degli altri e non sottrarsi al confronto civile e democratico, lasciandosi andare all'insulto o all'offesa dell'avversario. Non è tollerabile, in democrazia, che i consiglieri di minoranza vengano sistematicamente zittiti».

Una reazione l'ha avuta anche il consigliere capogruppo Marco Gasparinetti (Terra e Acqua). «Non intendo ricorrere in sede penale - commenta - ritengo la procura abbia altre priorità. Nei miei confronti sono state fatte affermazioni false: non sono stato "mandato via dall'Europa", come ha detto il sindaco. Sono ad oggi un funzionario in carica e mi riservo di agire in sede civile per le affermazioni false e lesive della mia reputazione; e ritengo che la decisione del consigliere Martini gli faccia onore, anche se ho deciso di scegliere una strada diversa». Una vicenda che ne richiama una simile accaduta alcuni anni fa, quando a far causa al sindaco Brugnaro era stato l'allora consigliere del Partito Democratico, Andrea Ferrazzi, oggi senatore della Repubblica. Un'azione che si concluse a suo favore e costrinse il sindaco a versare alcune decine di migliaia di euro per chiudere la questione. 

Un altro consigliere comunale è entrato in contrasto con il sindaco il 20 dicembre scorso, Alberto Fantuzzo del Pd. «Non mi sono sentito offeso né sminuito dalle sue parole - commenta -. Non temo le sue reazioni, mi inquieta di più il suo modo di fare politica che, se messo in discussione, provoca reazioni scomposte. Torno a chiedere al primo cittadino di prenderci un caffè. Non gli farò guerra, mi limito a dire la mia verità invitando ad avere rispetto per tutti e usare un linguaggio adatto al contesto, specie in riferimento a un primo cittadino che è anche il mio sindaco. Se invece preferisce usare toni da bar, lo re-invito a prenderci un caffè».

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