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"Una fretta sospetta", Comitatone ad agosto: i No Nav remano contro

Il comitato No Grandi Navi e l'associazione AmbienteVenezia in una nota chiedono che la prossima riunione sia con sindaco e Consiglio in carica

Il comitato No Grandi Navi e l'associazione AmbienteVenezia vedono come il fumo negli occhi la possibilità che venga convocato un Comitatone in un periodo in cui Venezia si trova "sguarnita" di sindaco e Consiglio comunale. Ossia che sulla questione delle Grandi Navi in laguna si arrivi a decisioni definitive senza organi di rappresentanza della città democraticamente eletti. Secondo alcune voci che circolano, infatti, sarebbe possibile una riunione anche ai primi di agosto. Decisamente troppo presto secondo le due associazioni.

"Un Comitatone che si svolga in assenza del sindaco e del Consiglio comunale democraticamente eletti - dichiarano in una nota congiunta - verrebbe vissuto come un inusuale colpo di mano, una prepotenza sopra la testa e a dispetto della città, in quanto il commissario non ha alcun valore rappresentativo e occuperebbe abusivamente ruoli e posizioni di merito che nulla hanno a che fare con la sua figura di funzionario di governo le cui funzioni sono esclusivamente limitate alla ordinaria amministrazione in un contesto pre-elettorale".

"Non vorremmo che tanta fretta invece - sottolineano - prefigurasse una sorta di copertura per alcune decisioni già assunte che individuano transiti tutti interni alla laguna e ciò, in nebulosi iter procedimentali, in contrasto con quanto già deliberato dal Consiglio Comunale, che non tengono nel dovuto conto le alternative, le vaste e molteplici mobilitazioni cittadine e in aperta contraddizione con quella salvaguardia di Venezia e della sua laguna che la legislazione speciale garantisce".

"Avremmo preferito - si continua - una risposta del premier Matteo Renzi rispetto alle richieste che gli abbiamo consegnato l'8 luglio in occasione della sua visita a Venezia, che sulle grandi navi indicano la soluzione definitiva alla bocca di porto del Lido, ritenendo che l'esercizio delle sue potestà potesse dimostrare quel segno di discontinuità che egli assicura di interpretare".

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