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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Maroni: "Da Gentiloni apertura al confronto". Intanto la voglia di Autonomia si allarga

La battaglia si giocherà soprattutto sul residuo fiscale, ma da quel punto di vista porte verosimilmente chiuse da Roma. Si lavora a un fronte comune anche con l'Emilia-Romagna

La voglia di autonomia si allarga a gran parte d'Italia dopo il referendum di domenica che ha visto, in Veneto, milioni di persone mettersi in coda ai seggi per esprimere il proprio voto. Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha prefigurato tempi brevi per l'approvazione della legge regionale che costituirà la base giuridica della propria piattaforma durante le trattative. Già a inizio dicembre la delegazione veneta potrebbe essere pronta a rivendicare le 23 deleghe anticipate nella tarda serata di domenica da Zaia, oltre che la riforma costituzionale per ottenere lo statuto speciale. 

Il fronte dell'autonomia si allarga

Ma il fronte delle trattative potrebbe rivelarsi ben più esteso: "Ho telefonato al presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, lo vedrò nei prossimi giorni - ha infatti dichiarato il presidente della Lombardia, Roberto Maroni - Gli ho chiesto un lavoro comune e lui ha dato la propria disponibilità". Già Veneto e Lombardia si muovevano all'unisono da tempo, pur con le proprie specificità, ora la questione autonomia potrebbe aggiungere altri tasselli, senza pregiudiziali nei confronti dei territori del Meridione: "Sono disponibile ad aggiungere anche le regioni del Sud", ha puntualizzato lunedì Maroni. 

"Da Gentiloni via libera al confronto" 

Tanto più che il presidente della Lombardia ha riferito di aver avuto un "cordiale" colloquio telefonico con il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che martedì sarà a Porto Marghera per una visita alla bioraffineria Eni: "Mi ha confermato - ha concluso Maroni - il via libera al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzione, con anche il coinvolgimento del ministero dell'Economia". Anche se il tema residuo fiscale appare piuttosto ostico (ma il presidente Zaia ha ribadito la richiesta di trattenere i nove decimi delle tasse sul territorio). 

Porte chiuse sulla questione fiscale?

Frase che lunedì mattina è stata bollata come una battuta dal ministro per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti: "I presidenti hanno finora dichiarato di voler stare dentro l'articolo 116 della Costituzione - spiega - Quella dei nove decimi è una battuta di Zaia che farebbe pensare a materia fiscale, ma la materia fiscale non fa parte dell'articolo 116". E aggiunge: "Credo che sia bene che gli stessi presidenti siano chiari con i loro cittadini. Come ci ha dimostrato l'Emilia Romagna, basta che il presidente di regione, in base ad una decisione del Consiglio regionale, faccia richiesta al governo di aprire il confronto e questo è sufficiente. Però questo non significa sottovalutare che c'è stato un referendum, che i cittadini si sono espressi". Parole rispedite al mittente dal governatore del Veneto, che lunedì mattina ha ribadito la richiesta dei nove decimi delle tasse "a fronte di 30 miliardi di euro di sprechi ogni anno da parte dello Stato". 

Ministro Pinotti: "Il sistema va riammodernato"

Ai futuri faccia a faccia guarda anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti: "L'esito del voto non apre la strada a separazioni del Paese, emerge una richiesta di maggiore autonomia su cui ci sarà un'interlocuzione con il Governo - ha commentato -. L' Emilia Romagna ha deciso di avere lo stesso obiettivo utilizzando un altro strumento: un accordo con il governo, una scelta che ho molto condiviso. L'Esecutivo ora interloquirà con i presidenti del Veneto e della Lombardia - ha concluso - mi auguro che la prossima legislatura si rimetta a lavorare per una riforma costituzionale, il sistema va riammodernato, la politica dovrà riprovarci". 

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