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Dopo l'arresto di Orsoni il prefetto lo sospende dalle proprie cariche Per Chisso dimissioni irrevocabili

Lo tsunami continua a sconquassare la laguna. Il ruolo di primo cittadino verrà ricoperto dal vice Simionato. La difesa: "Le carte ci confortano"

Sospensione delle cariche del sindaco Giorgio Orsoni. Il provvedimento è stato notificato dalla prefettura al primo cittadino a poco più di 24 ore dal suo arresto per finanziamento illecito ai partiti. Il titolare di Ca' Farsetti, che si trova ai domiciliari, viene dunque sospeso dalla propria carica dal prefetto Domenico Cuttaia, che giovedì mattina ha ricevuto dal procuratore della Repubblica l'ordinanza con cui il gip ha disposto la misura cautelare. In questo caso, infatti, entra in gioco la "legge Severino", che agisce nei confronti degli amministratori locali destinatari di una misura coercitiva.

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I poteri di sindaco quindi in questo caso passano al vicesindaco Sandro Simionato che, come annunciato mercoledì, cercherà di portare a termine la "consigliatura" fino al termine naturale del mandato. Sempre che i partiti che sorreggono la Giunta decidano di andare avanti e di non aprire la crisi. In ogni caso la legge dichiara che "la sospensione cessa nel caso in cui venga meno la misura coercitiva, ovvero venga emessa sentenza anche non definitiva di non luogo a procedere, di proscioglimento, di assoluzione o provvedimento di revoca della misura di prevenzione o sentenza di annullamento ancorché con rinvio".

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REGIONE - Cariche sospese anche per l'assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso e per il consigliere regionale  Giampietro Marchese. Per il primo, naturalmente, non cambia granché. Le deleghe gli erano già state ritirate a poche ore dal suo arresto mercoledì pomeriggio. Il presidente della Regione Luca Zaia davanti ai giornalisti aveva anche dichiarato: "La carriera di Chisso come amministratore è finita". Giovedì mattina, poi, l'annuncio dell'ormai ex assessore regionale alle Infrastrutture: dimissioni irrevocabili. L'ex rappresentante della giunta di Palazzo Balbi, infatti, figura tra i 35 arrestati nell'ambito dell'inchiesta su appalti e tangenti intorno alla costruzione del Mose. Uno tsunami giudiziario che ha portato in manette esponenti politici ed economici di primo piano del Veneto. Chisso ha quindi inviato un telegramma al protocollo della Regione: "Nella mia qualità di assessore alle Infrastrutture e Trasporti - scrive - rassegno con il presente le mie irrevocabili dimissioni dall'incarico".

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Il presidente Luca Zaia, intanto, per capire di "cosa si sta parlando" nelle oltre 700 pagine di ordinanza di custodia cautelare, che ha messo nei guai anche tre dipendenti della Regione, ha chiesto un incontro con il procuratore capo Luigi Delpino. Faccia a faccia che potrebbe avvenire in queste ore. Nel frattempo, naturalmente, il governatore ha riunito la Giunta ufficializzando i provvedimenti adottati mercoledì dopo la raffica di arresti. Sottolineando poi ai giornalisti come "il nome della Lega Nord non esce da nessuna parte dall'inchiesta".

LA DIFESA DI ORSONI - "Sul piano della posizione difensiva di Giorgio Orsoni siamo confortati dopo aver letto le carte più importanti". Lo afferma Daniele Grasso, legale del sindaco di Venezia. "Ci stiamo chiarendo le idee - spiega -, stiamo mettendo l'attenzione, in questa fase, sulle carte più importanti e già le prime letture ci confortano sul profilo difensivo. Ciò che è difficile - prosegue - è decontestualizzare la figura di Orsoni dall'insieme dell'inchiesta". Ancora non sarebbe stata fissata la data dell'interrogatorio di fronte al gip.

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