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Spinea, cade il Comune. Nove consiglieri dimessi. «Crisi irrecuperabile»

Fine anticipata dell'amministrazione. La minoranza segue la strada del gruppo Misto e la maggioranza lancia strali: «Vergogna, hanno tradito il mandato degli elettori. Dove siamo noi per loro non ci sarà più spazio»

Le dimissioni della maggior parte dei consiglieri comunali a Spinea, nove in tutto martedì mattina, comportano l'immediata caduta del sindaco Martina Vesnaver e della giunta di destra al governo della città. Si è conclusa senza alcuna possibilità d'appello la crisi politica a Spinea, secondo Comune nell'ultimo mese ad aprire le porte al commissario in attesa delle nuove amministrative fra oltre un anno. Dopo il respingimento della mozione di sfiducia presentata il 17 marzo nove consiglieri martedì hanno deciso di dimettersi.

La decisione

«L'abbiamo fatto con atto unico, assieme ai tre consiglieri Semenzato, Gavagnin e Chinellato», spiega il Partito Democratico. Una decisione, quella dei tre esponenti del gruppo Misto, ferocemente condannata da Fratelli d'Italia e dalla maggioranza che ha parlato di «tradimento del mandato politico».

«Noi - riprende il consigliere Davide Rossato (Partito Democratico) - per evitare di prolungare ulteriormente l'immobilismo che la sindaca, Martina Vesnaver, sta protraendo da oltre tre mesi, abbiamo deciso di staccare la spina. Ripresentando la mozione di sfiducia infatti saremmo potuti arrivare al 26 aprile. Dopo i retorici richiami alla collaborazione, alla responsabilità e all'etica, avremmo preferito un dibattito pubblico in cui ogni membro della giunta e del Consiglio comunale si assumesse le proprie responsabilità anche per una questione di trasparenza e rispetto nei confronti dei cittadini di Spinea: ci sono molte cose che avremmo voluto chiarire».

Il dialogo

«Il confronto politico e le differenze di opinioni sono il sale della democrazia, anche all’interno della stessa coalizione abbiamo sempre lavorato per un confronto aperto, costruttivo e libero», la replica l'assessore allo Sport Elia Bettin, che si è posto come mediatore tra le parti auspicando la via del dialogo, della responsabilità dei consiglieri e quella dei gruppi politici. «Ma ora - sostiene - è venuta definitivamente a mancare. I diktat, i ricatti e richieste pretestuose non sono assolutamente accettabili e abbiamo respinto con forza ogni tentativo di affossare l’amministrazione comunale eletta democraticamente nel 2019 con Martina Vesnaver sindaco».

«Il primo cittadino - ritiene il Pd dal canto suo - confermando quello che è sempre stato il suo stile, ha preferito avvalersi di un cavillo discutibile pensando di allungare ulteriormente i tempi di una crisi oramai inevitabile perché mai affrontata, non facendo del bene alla nostra città. E sbeffeggiando con il suo "chi si crede migliore sbaglia più spesso degli altri", ha ottenuto l'esatto contrario, convincendo tutti a mettere la parola fine a questa amministrazione». 

Mediazione fallita

Dopo la mozione di sfiducia, la luce in fondo al tunnel si è fatta sempre più lontana. «Doveva essere un banco di confronto democratico, invece i consiglieri dimissionari scegliendo la strada a loro più comoda hanno avuto chiaramente paura del confronto con la realtà del buon governo. Una vergogna senza precedenti nella storia di Spinea (aver abbandonato (...) ndr). Una cosa è certa: dove c’è Fratelli d’Italia non ci sarà spazio per chi ha tradito il mandato degli elettori - argomenta l'assessore Bettin, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia - È inconcepibile che pur eletti sulla base di un programma elettorale i dimissionari abbiano compiuto atti e azioni contro la maggioranza stessa».

La fine 

La minoranza precisa che non è stata una scelta facile. «Siamo convinti di aver fatto questo per il bene di Spinea, della nostra città: senza alcun pericolo di perdere i fondi Pnrr. Spinea si salverà, ad esempio, dalla Variante al Piano degli interventi che, come sappiamo tutti avrebbe portato nuovo consumo di suolo e l'aggressione alle aree agricole. Si dice che si raccoglie ciò che si semina e la sindaca Vesnaver, fin dal primo giorno, ha governato con totale mancanza di ascolto, confronto e condivisione, un modo di governare sbagliato e lesivo per la città che abbiamo spesso denunciato e che non ci appartiene. Per il bene di Spinea questa fase per noi è finita», conclude Rossato.

La maggioranza condanna il gruppo Misto

«Chi ha preso i voti della destra nel 2019 oggi ha aiutato la sinistra a far piombare la città di Spinea in un commissariamento che durerà più di un anno. Non c’è dignità in quello che hanno fatto, il cambio di casacca è inconcepibile, vergogna - tuona Lucas Pavanetto, coordinatore provinciale e Consigliere regionale del Veneto - Il commissario in Comune è il fallimento della politica, con conseguenti disagi per la città, le associazioni e i cittadini. L’Amministrazione, a riprova del buon governo, ha partecipato e vinto decine di bandi e non solo, per un totale di quasi 20 milioni di euro investiti, 37 nuove assunzioni in meno di 3 anni e mezzo che hanno rinnovato gli Uffici comunali con nuove competenze e professionalità di alto livello. Cantieri e opere pubbliche stanno partendo. Grandi eventi culturali e sportivi svolti in questi anni avranno e stanno già subendo uno stop clamoroso. Tutto questo, a vantaggio di chi?».
 

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