rotate-mobile
Politica

Un intero fronte per il lavoro agile. Cgil diffida il Comune

Giordano: «Attuare tutte le prescrizioni del governo». Baretta e Pellicani: «Amministrazione incomprensibile». Il Comune: «Già attivati progetti per lavoratori con situazioni più fragili»

Uno smart working, o lavoro agile, che sta trovando un impiego sempre più ampio, specie con le disposizioni governative di mercoledì sera sulle pubbliche amministrazioni. Il fronte che da giorni sostiene il telelavoro diventa sempre più ampio. E lo scontro sull'impiego di questo strumento per il lavoro dei dipendenti degli uffici pubblici, nel Comune di Venezia, interessa da giorni la politica. Il fronte opposto a quello delle forze in carica al governo della città, è cresciuto attorno a questo tema. E oggi la Funzione Pubblica Cgil ha diffidato l'Amministrazione comunale.

«Lo abbiamo fatto affinché vengano attuate tutte le prescrizioni previste dal governo – dice il segretario della categoria Daniele Giordano -. Siamo rimasti il più possibile responsabili per la fase che stiamo vivendo ma non è più accettabile quello che sta avvenendo. La diffida è un primo passo che prelude di interessare l’autorità giudiziaria. A nostro avviso, l’Amministrazione non sta tutelando cittadini e lavoratori, limitando tutte le misure che possono consentire il lavoro a distanza». Anche per la consigliera La Rocca «è inammissibile che il Comune di Venezia, in presenza del decreto Conte in cui si sottolinea il blocco per evitare ogni spostamento delle persone fisiche, invece di mettere in atto la pratica suggerita dallo stesso premier di smart working, decida di mettere in ferie forzate, la maggior parte dei dipendenti del Comune. E il lavoro agile per soli tre giorni a settimana e secondo turnazioni, vanifica l’obiettivo di contenimento del contagio. Per questo ho deciso di presentare un’interrogazione per capire quali siano le misure adottate e che si intendono adottare, e le tempistiche, visto che si tratta di misure da applicare immediatamente poiché emergenziali».

Tre giorni fa l'assessore comunale al Personale Paolo Romor ha informato di aver applicato il lavoro agile con «l'attivazione straordinaria di progetti per favorire in primis i lavoratori portatori di patologie». Ma i sindacalisti Giordano, Ragno, Berti, Lombardo e Gianpiero Bulla (rsu) hanno fatto sapere che l'avviamento limitato a 3 giorni alla settimana è «inutile. Una scelta inspiegabile. Non c'è alcun vincolo al lavoro agile, le disposizioni governative ne incentivano l’utilizzo - afferma Giordano - anche se non c'è la possibilità per tutti di svolgere pratiche telematicamente. Per gli operatori che restano a contatto con il pubblico allora, dice il sindacalista, «vanno previsti vetri di separazione tra operatore e utenza, mentre in molti casi le postazioni non garantiscono neppure la distanza di un metro. La scelta di mettere la gran parte del personale in ferie forzate fino a martedì - conclude - dimostra l'incapacità gestionale di questa amministrazione».

Sulla questione c'è l'interrogazione a prima firma della capogruppo Pd in Consiglio comunale, Monica Sambo, che oggi torna a chiedere attraverso un post Facebook di «garantire i servizi e le tutele per i cittadini e i lavoratori attraverso lo smart working senza limitazioni di giorni, orario ecc., e di ridurre temporaneamente i servizi di front office privilegiando quelli in back office». Sambo e Martini (presidente della Municipalità di venezia Murano Burano) chiedono di non dimenticare i più fragili, attraverso l'istituzione di un servizio di consegna a domicilio di spesa e farmaci per gli anziani e le persone in difficoltà, e un numero di telefonico. «Per chi è costretto a stare a casa in giorni così particolari, la situazione può diventare ancor più pesante - scrive Martini -. Serve un supporto per coloro che non riescono a interagire con la tastiera di un computer o di un tablet». Garantita invece dall'assessore comunale alla Coesione sociale Simone Venturini, la continuità del servizio comunale di supporto a domicilio.

Sul telelavoro «non si può più tergiversare - scrive il sottosegretario all'Economia veneziano Pier Paolo Baretta - È giusto anteporre l’utilizzo delle ferie arretrate, ma è sbagliato non favorire il lavoro a distanza. Non si capisce il motivo di queste resistenze trattandosi di un modo per ridurre il rischio del contagio». «Ha ragione il sindacato a protestare per rivendicare misure adeguate di sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nell'industria - scrive l'onorevole Nicola Pellicani - E in Comune non si capisce perché ci sia resistenza alla concessione dello smart working - scrive - e ci sia stato silenzio per una settimana anziché fornire subito, all'indomani del primo decreto, indicazioni chiare».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un intero fronte per il lavoro agile. Cgil diffida il Comune

VeneziaToday è in caricamento