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Thetis, Pd: "Non è accettabile che Venezia debba scontare la mala gestio del Mose"

"Occorre approvare presto il piano industriale, rispetto al quale i commissari del Cvn Ossola e Fiengo si erano impegnati. Salvare anche il settore della mobilità sostenibile e i laboratori"

Oramai è questione di giorni. Il 10 ottobre è la scadenza ultima per l'inizio della procedura di licenziamento dei 45 lavoratori Thetis. Uno dopo l'altro si sono succeduti nei mesi scorsi i tavoli istituzionali per scongiurare l'uscita di scena della società in parte di proprietà del Cvn. La posizione dei vertici non è mai cambiata rispetto alla forza lavoro, neanche dopo l'ultimo appello dei sindacati lanciato alla presenza della Regione Veneto, che in realtà gli ha consentito solo di prorogare la fine dei contratti di lavoro. Il Partito Democratico torna in campo, chiedendo alle istituzioni di "evitare in tutti i modi, non solo il licenziamento collettivo di 45 lavoratori Thetis, per le evidenti drammatiche ricadute sociali sulle famiglie, ma perché venga presentato al più presto il piano industriale necessario al rilancio dell’azienda, rispetto al quale i commissari Mose, Ossola e Fiengo, si erano impegnati".

RESTA POCO TEMPO

Il prossimo incontro fra ufficio regionale del Lavoro, direzione di Thetis e sindacati è stata fissato il 10 ottobre. "Se, come pare, il piano industriale interessa solo il settore ingegneria ambientale e civile e la direzione lavori, è oltremodo necessario che si faccia chiarezza e si operi con il massimo impegno per salvare anche quanti sono occupati nel settore della mobilità sostenibile e nei laboratori", raccomanda il Pd.

"IL CVN ONORI I DEBITI NEI CONFRONTI DI THETIS"

"Oggi più che mai è fondamentale che il Consorzio Venezia Nuova faccia fronte ai debiti contratti con Thetis affinché la società, che costituisce un patrimonio di professionalità riconosciute in ambito nazionale e internazionale, e che ha svolto e svolge attività di eccellenza, possa continuare a operare - scrive il partito e conclude -. Come già espresso, noi crediamo che il futuro di Thetis costituisca un problema che interessa tutta la Città. Venezia non può permettersi di perdere questo straordinario patrimonio il cui fallimento non significherebbe solo la perdita drammatica di posti di lavoro, ma anche l'impossibilità di riqualificare a fini produttivi l'Arsenale storico. Significherebbe anche rinunciare a rappresentare al mondo che nella nostra Città si può investire e innovare nel massimo rispetto per l'ambiente, e che è possibile sviluppare attività immateriali compatibili con il fragile tessuto urbano.
Non è accettabile che Venezia e i sui cittadini debbano scontare la mala gestio del Mose anche attraverso l'impoverimento delle poche realtà produttive alternative alla monocultura turistica, settore ormai prevalente dell’economia veneziana".

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