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Mezzi pubblici affollati, il Pd interroga il Comune. Regione: «Non un euro dal governo»

Baglioni: «Disservizi dopo il blocco del tram mercoledì, servizio sostitutivo con i bus singoli a capienza inferiore». Le Regioni del nord al ministro dei Trasporti: «I soldi non bastano»

Il Partito Democratico interroga il Comune sulle segnalazioni di disservizi e sovraffollamento dei mezzi del trasporto pubblico locale, mentre il Veneto e altre regioni del nord Italia commentano le affermazioni del ministro dei Trasporti Paola De Micheli sui finanziamenti destinati al Tpl: «Non sono sufficienti per far fronte al potenziamento dei servizi e alla riduzione dei ricavi delle aziende». 

Scrive il consigliere del gruppo Pd Alessandro Baglioni, «nonostante molte abitudini degli utenti siano state modificate, gli orari dei mezzi sono rimasti invariati, rispetto ai periodi senza emergenza Covid, fatte salve le riduzioni delle corse sulle tratte utilizzate anche dai turisti. L'interrogazione chiede l'aumento delle rilevazioni del numero di passeggeri a bordo dei mezzi - e aggiunge - Mercoledì, dopo il blocco del tram, ci sono stati gravi disagi a bordo del servizio sostitutivo, che è stato effettuato (almeno in varie corse) con autobus singoli anziché i classi doppi, dalla capienza inferiore a quella del tram».

Gli assessori regionali ai trasporti del Veneto, vicepresidente Elisa De Berti, della Lombardia, Claudia Maria Terzi, del Piemonte, Marco Gabusi, della Liguria, Giovanni Berrino e del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti, hanno scritto al governo: «I fondi statali destinati al trasporto pubblico locale per l’emergenza sanitaria (500 + 400 milioni) non bastano. La nostra posizione è stata portata all’attenzione dell’Esecutivo in tutte le sedi utili comprese le riunioni formali, non ultima quello dello scorso 30 agosto. Sorprende che il presidente del Consiglio Conte parli di un mancato pieno utilizzo delle risorse messe a disposizione delle Regioni per rafforzare il trasporto pubblico: la verità è che le risorse promesse dal governo per i servizi aggiuntivi non sono ancora arrivate. Non è ancora stato approvato il decreto attuativo per il riparto dell’anticipazione dei primi 150 milioni sui 300 milioni di risorse stanziate dallo Stato. Per i servizi aggiuntivi, dunque, non è ancora arrivato un euro».
 

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